Aggiornato il Aprile 18, 2008 da Il Guru dei Film
Kevin Spacey nel film tratto dalla storia vera di un professore del MIT che, insieme a un gruppo di studenti, ha inventato un sistema per truffare i Casino di Las Vegas ai tavoli del blackjack.
C’è un vecchio adagio nel cinema che dice: non rovinare una bella storia con la verità. Robert Luketich deve averne tenuto conto quando ha girato 21, un film basato sulla storia vera, raccontata in un libro di Ben Mezrich, di un gruppo di studenti del Mit di Boston, una delle università più prestigiose del mondo, che, guidati da un professore di statistica, scoprono un sistema per contare le carte che gli permette di sbancare i casino di Las Vegas. Il gioco scelto è il blackjack e l’operazione, come si può facilmente immaginare, è complicatissima perchè a Las Vegas ci sono sistemi di sicurezza tra i più efficenti della terra. La storia è bellissima ed è perfetta per un film. Il fatto è che, come racconta il libro, ha molto a che fare con la matematica e con calcoli e operazioni che hanno poco a che fare con il cinema, almeno quello inteso come forma di intrattenimento. Ed ecco che torna l’adagio iniziale. Per girare 21 Luketich ha introdotto elementi fictional (di finzione) puntando molto sui rapporti interpersonali tra i componenti del ristretto gruppo di maghetti dei numeri che ruota attorno al professore Micky Rosa, interpretato da Kevin Spacey. Mr. Rosa è l’uomo che scopre il sistema di frodare i Casino e lo elabora insieme a un gruppo ristretto ed equamente diviso per sesso ed etnie di studenti con i quali va a Las Vegas a fare stragi di dollari ai tavoli verdi. In questa sorta di band entra il protagonista, Ben Campbell (Jim Sturgess, quello di Across the Universe), un diplomato che vorrebbe andare alla facoltà di medicina di Harvard ma non ha i soldi per pagare la retta. L’intraprendente professore gli offre di entrare nel gruppo di scienziati-imbroglioni ma in un primo momento Ben rifiuta per non derogare dai suoi principi morali. Ma poi la sete di denaro e la bionda Jill Taylor (Kate Bosworth), con la quale avrà una breve romance, lo convincono a farsi coinvolgere nei raid ai Casino di Las Vegas. Per evitare che il film fosse un’interrotta sequenza di partite di blackjack e di sfide con la sicurezza (tra i capi della security c’è Laurence Fishburne), il regista, oltre a insistere sui rapporti tra i componenti della gang, ha inserito una serie di citazioni di film come Casino di Scorsese, Fight Club, Pretty Woman, e di divagazioni che puntano a richiamare un pubblico di diverse generazioni.
Paolo Biamonte