30 giorni di buio II (2010)

Aggiornato il Novembre 4, 2010 da Il Guru dei Film

30 giorni di buio II (2010)Il secondo capitolo della sanguinosa saga vampiresca ispirata a una serie di fumetti.

La giovane Stella è scampata al massacro di Barrow, una piccola cittadina dell'Alaska attaccata da un'orda di vampiri.

 

La gente comune ignora la minaccia dei vampiri, abili a nascondere la loro esistenza, ma Stella vuole mettere in guardia sul pericolo incombente portato da una razza disumana assetata di sangue. Nella città di Los Angeles viene avvicinata da strani personaggi che dicono di sapere quello che ha passato, l'offerta è quella di vendicarsi dei vampiri e di Lilith, la donna-vampiro pronta a lanciare i suoi fedeli contro nuove vittime innocenti.

Il non irresistibile "30 giorni di buio" (2007) di David Slade, prodotto dalla Ghosthouse di Sam Raimi, ha generato un discreto numero di fans e la creazione di una mini serie tv, "30 days of night: dust to dust", diretta dal poco noto regista Ben Ketai che si prodiga anche nel secondo capitolo sulla lunga distanza, "30 giorni di buio II", uscito direct to video senza passaggi nei cinema. Un basso profilo che si ripercuote anche nell'esiguo budget di produzione e nella resa generale che può essere tranquillamente catalogata di "serie b". Il volenteroso Ben Ketai fa quel che può con i mezzi pervenuti, la prima difficoltà da affrontare è quella di rimpiazzare l'attrice Melissa George non disponibile per il ruolo della protagonista sopravvissuta nel precedente capitolo, la ragazza (Stella) ha ora il volto di Kiele Sanchez ("A perfect getaway") per un'operazione discutibile di continuità e aderenza, non per questo poco adottata in svariate altre occasioni. La produzione si spinge oltre e fa rivivere, in brevi immagini, anche il personaggio di Josh Hartnett morto nel finale del primo capitolo, anche in questo caso l'attore non compare nel cast ma, con alcune inquadrature di spalla goffe e il ricorso a effetti speciali poco irresistibili, si tenta in qualche modo di sopperire all'assenza.