Alien 2 Sulla Terra (1980)

Aggiornato il Giugno 28, 2012 da Il Guru dei Film

Alien 2 Sulla Terra (1980)Sequel apocrifo all’italiana del celebre Alien.

Mentre è in corso il rientro di una spedizione spaziale una giovane sensitiva, la speleologa Thelma, percepisce dei segnali di pericolo non meglio precisati. Dallo spazio la navicella terrestre ha trasportato e sparso sul suolo dei frammenti di roccia misteriosi che nascondono una presenza aliena, Thelma e i suoi amici raccolgono incuranti uno di questi oggetti mentre si apprestano nell’esplorazione di una grotta. Nelle profondità della terra la pietra si trasforma in una creatura informe con istinti omicidi, per i ragazzi inizia una folle fuga tra grotte e cunicoli in cerca della salvezza.

Quando il cinema bis italiano era irrefrenabile e pronto a sfruttare l’ultimo successo, “Alien 2 Sulla Terra” diretto da Ciro Ippolito segue la scia dell’operazione di “Zombi 2” di Fulci e plagia nel titolo “Alien” del 1979, se non dal punto di vista dei riscontri critico-artistici, riesce nel tentativo di creare curiosità e raggranellare qualche soldino intorno al mondo, in seguito la pellicola si guadagna lo status di “scult” del tutto meritata sino ai tempi recenti. E’ un brutto film, niente da dire, ma che riesce ad avere quel senso di attrazione riservato a un cinema ormai perduto e avventuroso fatto con pochi mezzi, qualche effetto truculento e una trama accattivante. La sceneggiatura è disastrosa e delirante nell’unire una missione spaziale e una spedizione di speleologi ma anche in questo aspetto si nasconde il fascino morboso per questi b-horror dagli innesti fantastici. Non è difficile intuire che dell'”Alien” di Scott non vi è alcuna traccia, al limite si può risalire a qualche similitudine nella parte all’interno delle grotte, il divario concettuale-artistico però è talmente ampio da sembrare agli antipodi.

Alien 2 Sulla Terra (1980)

A inizio pellicola scorrono delle immagini di repertorio abbastanza ridicole di una non meglio identificata missione spaziale in fase di rientro, poi si passa ai tormenti della protagonista femminile che intuiamo essere in possesso di facoltà extrasensoriali e finita in stato confusionale nel mezzo di un’intervista. Il prologo è allungato da riprese di macchine che vagano nelle strade di San Diego, cosi almeno passano i primi 5 minuti, anche la scena in spiaggia sembra interminabile per descrivere l’incontro di Thelma con il suo psicologo che le dice di andare tranquilla verso la sua nuova esplorazione nel sotto-suolo. Il primo momento horror-splatter avviene sempre su una spiaggia con il ritrovamento di una strana pietra da parte di una bambina, quella delle pietre misteriose e sparse in una vasta zona ricorda “La Meteora Infernale” (1957), anche in quel caso il male giungeva dallo spazio sotto-forma di pietra. Thelma e il fidanzato Roy, l’attore Luigi Diberti, si ritrovano con altri amici speleologi in un bowling (!), location ultra-sciatta che denota il fatto che la produzione aveva giusto il prezzo del biglietto d’aereo per gli Stati Uniti, luogo che verso il finale ritorna per la gioia di tutti.

Triplo salto mortale di sceneggiatura quando Michele Soavi, qui ancora attore in una delle numerose apparizioni nei film italiani di quegli anni, trova una delle misteriose pietre mentre è intento a svuotare la vescica dietro a un fabbricato, non contento la regala alla protagonista che, ovvio, la infila nello zaino predisposto per l’equipaggiamento nel sotto-suolo. La pietra nasconde una creatura mostruosa capace di trasformarsi in un essere informe che riduce a brandelli chi si trova nelle vicinanze. L’idea degli speleologi minacciati da creature misteriose non è male, alcuni decenni dopo Neil Marshall, regista amante del cinema di genere italiano, ha concepito “The Descent” che riprende alcuni passaggi della pellicola, Ciro Ippolito non si è fatto sfuggire l’occasione di fare causa alla produzione inglese, mossa che si poteva benissimo risparmiare dato che non siamo in presenza di alcun plagio o remake non autorizzato.

La parte più interessante è ricreata nelle grotte di Castellana (Italia), le scenografie naturali sono piuttosto adatte al clima claustrofobico che però la regia non valorizza mai veramente, anzi, le manifestazioni omicide dell’alieno sono tutte abbastanza ridicole ed eccessivamente sanguinolente senza una vera ragione, gli effetti splatter non sono pure un gran ché. Divertente e, a suo modo storico, lo stratagemma della visuale dell’alieno ricreato con della trippa di carne posizionato intorno all’obiettivo. L’attrice Belinda Mayne (Krull) che interpreta Thelma mostra per qualche secondo le tette, la colonna sonora è affidata agli Oliver Onions. Nel finale post-apocalittico appare la mitica scritta “..ora può colpire anche te…”

Paese: Italia
Rating: 5/10