Anarchia – La Notte del Giudizio

Aggiornato il Luglio 22, 2014 da Il Guru dei Film

Dopo l’ottimo risultato del primo The Purge (La Notte del Giudizio), sorprendente hit dell’estate 2013 con un incasso pari a 34 milioni di dollari nel week-end di uscita negli States, arriva nelle sale il seguito.

 

Lo sceneggiatore e regista James DeMonaco ha lavorato da subito per sviluppare l’idea provocatoria e originale dello Sfogo Annuale: una notte, che ricorre ogni 365 giorni, in cui ogni crimine, compreso l’omicidio, è lecito, consentito, autorizzato e anche incoraggiato dai Nuovi Padri Fondatori (Governo USA) che in tal modo sostengono di poter garantire che il tasso di criminalità rimanga sotto l’1 per cento per tutto il resto dell’anno.
12 ore dunque di violenza allo stato puro, di terrore, di vendetta, di sangue e di anarchia.

Il concetto di base non cambia, ma mentre nel primo capitolo le vicende della terribile notte avevano un contesto prevalentemente privato e il tutto si svolgeva all’interno di una lussuosa villa di un complesso residenziale, in questo sequel il regista decide di portare il pubblico per strada, durante lo Sfogo annuale.

L’azione dunque si sposta all’esterno e si seguono le sorti di un gruppo di cinque persone che casualmente si ritrovano insieme a lottare per sopravvivere capeggiati da Frank Grillo in versione Giustiziere della notte.
Il cambio di scenario giova sicuramente al ritmo e alla spettacolarizzazione del film, un po’ video-game un po’ hunger-game, e allo stesso tempo sposta l’attenzione sugli aspetti sociali e politici della purificazione: e così si delinea una lotta di classe dove i ricchi inevitabilmente prevalgono e acquistano le vite dei poveri e dei reietti per farne oggetto del proprio sfogo e si disegnano trame governative atte a eliminare gli strati più ‘scomodi’ della popolazione.

A tutto questo si contrappongono i ribelli, organizzati intorno ad un leader carismatico, intenzionati a smascherare il gioco del potere e porre fine ai massacri autorizzati.
La svolta socio-politica e tutte le allusioni complottiste che ne conseguono sono un po’ l’anello debole del sequel perché in qualche modo contraddicono l’idea di una vera, pura e semplice Anarchia che forse sarebbe più rigorosa da un punto di vista della coerenza narrativa ma sicuramente più difficile da accettare per il pubblico e quindi meno commerciale.
In ogni caso un buon thriller che non delude le attese di chi aveva apprezzato il primo capitolo.

 

Paolo Piccioli

 

 

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