Aspirante Vedovo

Aggiornato il Ottobre 9, 2013 da Il Guru dei Film

aspirante vedovoLuciana Littizzetto e Fabio De Luigi protagonisti della rilettura firmata da Massimo Venier del capolavoro di Dino Risi con Alberto Sordi e Franca Valeri.

Aspirante Vedovo è una rilettura de Il Vedovo, il film del 1959 di Dino Risi, con Alberto Sordi e Franca Valeri.

C’è dunque un certo coraggio da parte di Massimo Venier, che dirige e produce il film, e di Fabio De Luigi e Luciana Littizzetto, nel misurarsi con l’umorismo tagliente di uno dei grandi registi del cinema italiano e due giganti della commedia e, in generale, con un film che è un gioiello.  

La storia forse la conoscete: lei ricchissima, cinica e spietata, lui, il marito, uno specialista in imprese fallimentari (tutte finanziate dalla moglie) che decide, per l’appunto, di organizzare il suo status di vedovo, unico modo per ereditare il patrimonio. Naturalmente le cose non andranno nel verso che ci si aspettava.

 

   

aspirante vedovo

 

La Littizzetto, che è amica della Valeri con cui ha scritto un libro a quatto mani, ha definito così il suo personaggio: “”Una di quelle donne cui le tette sono calate e si sono trasformate nelle palle, di quelle che ragionano al maschile. A volte mi sembrava perfino troppo cattiva, certe battute sui bambini africani, sulla crisi che meno male che c’è che facciamo affari. Ma era giusto così. E in fondo lei è il personaggio più diretto, rispetto ad altri che sembrano gentili e indifesi e si riveleranno più meschini. È una donna che sa di essere sola, che realizza che gli altri, credendola morta, erano quasi contenti. Del resto – aggiunge – volevamo fare una commedia nera, cinica, ancora di più dell’originale, pur legandoci a quella tradizione di umorismo feroce da commedia all’italiana che oggi non si fa più. Penso alle scenette di Vianello, quello humor nero che oggi è sostituito dalla dittatura del politicamente corretto”.

Quanto a De Luigi, evita con intelligenza qualunque confronto con Alberto Sordi.

I riferimenti alla realtà abbondano – i poteri forti, candidati premier, l’Europa, giocattoli tossici, etc – ma Aspirante Vedovo non riesce ad elevarsi a perfetta satira del nostro Paese come accadeva ai film dei grandi maestri della commedia all’italiana.

 

Paolo Biamonte

 

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