Aggiornato il Novembre 29, 2012 da Il Guru dei Film
Invasione di alieni nei sobborghi di Londra, dai creatori de “L’alba dei Morti Dementi”. Periferia di Londra, La gang di Moses è intenta nella rapina ai danni della giovane Sam, sorpresa in una strada isolata, quando dal cielo precipita un guscio con dentro una strana creatura.
Moses non ci pensa due volte e uccide la misteriosa bestiola, un grave errore visto che cominciano a piovere altri gusci che sprigionano nuove creature, questa volta ancora più grosse e minacciose. Sembra proprio un’invasione di alieni e non hanno buone intenzioni: cercano Moses e, forse, anche la vendetta.
Nella sua semplicità disarmante “Attack The Block” funziona meglio di altre pellicole sulle invasioni aliene, la variante principale è quella di ambientare il tutto nella periferia povera di Londra, quella delle gang giovanili criminali che sono divenute da quelle parti un vero problema sociale. La banda di Moses (John Boyega) fa molta simpatia per via dei suoi membri variopinti ma rappresenta il sintomo di un malessere diffuso, evidenziato dalle attività (piccolo)criminali legate ai furti e alla droga, se non fosse che sbucano quasi subito gli alieni si potrebbe parlare di un film di denuncia sul degrado urbano londinese. Film prodotto dalla Big Taak Productions, quella de “L’alba dei morti dementi”, “Hot Fuzz” e “Scott Pilgrim vs the World”, e si vede, per il taglio ironico e surreale, inoltre compare uno degli attori simbolo, quel Nick Frost che ha conosciuto il successo con Simon Pegg e Edward Wright.
Joe Cornish alla regia per la prima volta sfrutta la vena comica che gli è propria, sin dai tempi del duo Adam & Joe che forma insieme al collega Adam Buxton, si occupa anche della sceneggiatura a delineare un gruppo di teenagers abituati alla vita di strada che hanno la base nel “blocco”, un enorme condominio con centinaia di appartamenti. Il blocco e le vie limitrofe sono tutto il mondo di Moses e dei suoi amici, un posto poco attraente e sotto il controllo di gangster adulti di mezza tacca, ma nel momento dell’arrivo degli alieni non possono fare a meno di difenderlo, visto che è l’unica cosa che hanno e li rende uniti, come una famiglia allargata, mentre quella vera è assente. Gli alieni si fatica a inquadrarli, vengono definiti lupi-gorilla, delle masse indistinte nere, prive di occhi, che mettono in risalto una dentatura temibile fosforescente, quest’ultima una bella trovata visiva giocata in diverse situazioni poco illuminate.
Gli intrecci tra i personaggi sono conflittuali, vi è l’incontro con l’infermiera Sam, una vittima della banda di Moses che deve scendere ai patti con i suoi rapinatori visto il cambio di situazione, la gang ha dei problemi anche con il gangsta-rap che gestisce l’appartamento bunker dell’ultimo piano adibito a fabbrica clandestina di marjuana e custodito dal personaggio di Nick Frost. Nella baraonda di poliziotti, spacciatori e alieni fanno la loro comparsa anche due mini-teppisti, due bambini intorno i 7-8 anni, chiamati “Problemi” e “Casino” che strappano sempre il sorriso per la loro continua voglia di apparire adulti consumati. Bello il lavoro fatto sul protagonista Moses, un tipo scontroso e problematico, di poche parole ma a suo modo un eroe simbolico, confermato anche dal finale.
Cornish non manca di condire la vicenda con delle divertenti sequenze d’azione, la notevole fuga dei protagonisti a bordo di biciclette come in un film di Spielberg anni 80, oppure gli scontri corpo a corpo all’interno del blocco. Il comparto horror al sangue non manca, buoni e non eccessivi gli effetti splatter, gli alieni sono piuttosto letali e non lesinano nel mietere vittime e diventano sempre più cattivi e numerosi nell’assalto finale al blocco. Film molto derivativo ma simpatico, diretto con grande ritmo e divertimento e che una volta tanto non si pone il problema di durare poco, meno di un’ora e mezza. Colonna sonora hip-hop in linea con l’atmosfera urbana del “blocco”.
Titolo Originale: “Attack The Block”
Paese: Inghilterra
Rating: 7/10