Aggiornato il Marzo 21, 2013 da Il Guru dei Film
Claudio Bisio nei panni di un bibliotecario precario viene eletto per sbaglio Presidente della Repubblica e sconvolge a colpi di buon senso e onestà la vita politica. Con Kasia Smutniak, Gianni Cavina, Giuseppe Fiorello, Remo Girone.
Buongiorno Presidente! arriva nel momento giusto, proprio quando la stanchezza degli italiani nei confronti dei propri politici ha superato il livello di guardia e sta imponendo cambiamenti radicali.
Il film di Riccardo Milani immagina che un bibliotecario precario, proprio grazie a un clamoroso errore dei politici di mestiere, diventa Presidente della Repubblica.
Il nome è impegnativo: si chiama Giuseppe Garibaldi, detto Peppino.
Una volta arrivato al Quirinale, il buon Peppino supera lo smarrimento e il senso di inadeguatezza e si mette al lavoro sconvolgendo prima il cerimoniale e poi la stessa politica, prendendo scelte e decisioni in nome del buon senso e dell’onestà.
Attorno a lui si muovono l’affascinante Janis Clementi, segretario generale della Presidenza della Repubblica, una tipa inflessibile (ma si scopre che è figlia di fricchettoni, la madre è Piera Degli Esposti) interpretata da Kasia Smutniak e destinata a essere conquistata dal nuovo stile presidenziale, vecchi consiglieri, politici cialtroni convinti a torto di poter manovrare a loro piacimento il presidente Peppino, l’immancabile inciucione legato ai poteri forti interpretato da un grande Gianni Cavina.
Il presidente è Claudio Bisio, che in un film del genere si muove come un pesce nella sua acqua. Accanto a lui Giuseppe Fiorello, Remo Girone, Omero Antonutti, Cesare Bocci, Massimo Popolizio.
Buongiorno Presidente! sembra dunque un omaggio ai successi di Grillo e del movimento suo e del guru Casaleggio. In realtà la sceneggiatura è stata scritta tre anni fa ma per fortuna non c’è solo il popolo a 5 Stelle che è stanco di certa politica. Piuttosto va sottolineato il fatto che, anche se sono ancora lontani i tempi in cui il cinema italiano fotografava e anticipava umori e cambiamenti del Paese, ci sono di nuovi autori, di diversa cultura e stili, che sanno parlare dell’Italia.
Paolo Biamonte
{filmlink}9280{/filmlink}