Biancaneve e il Cacciatore (2012)

Aggiornato il Luglio 19, 2012 da Il Guru dei Film

Biancaneve e il Cacciatore (2012)Una lussuosa rivisitazione (dark) per la celebre fiaba di Biancaneve.

La crudele Regina Ravenna scopre che il potere della sua immortalità è in pericolo per l’esistenza di Biancaneve, una giovane destinata a superarla  in bellezza e forza d’animo. Ravenna ordina a un avventuriero di recuperare viva la ragazza, nel frattempo fuggita, in modo da strappargli il cuore e nutrirsi della sua purezza. Biancaneve vaga nella foresta nera braccata dai malvagi in disperata ricerca di aiuto.

Forse non se ne sentiva il bisogno, di una nuova versione al cinema di Biancaneve, ma alla fine si rimane soddisfatti dello spettacolo piegato in un’ottica dark-horror che, in termini di sfarzo produttivo, si fa mancare poco o nulla, una fiaba dalle ambientazioni realistiche innervata da componenti fantasy ben concepiti e disseminati con gusto, senza l’incombenza di stupire a tutti i costi il pubblico. “Biancaneve e il Cacciatore” richiama il fantasy-dark che da una decina d’anni, merito del successo dei film di Peter “Il Signore degli Anelli” Jackson, ha preso piede dalle parti di Hollywood, anche se il film che più sembra assomigliare per atmosfere e ambientazioni è il recente “Solomon Kane” (senza dimenticare “Black Death”) con il quale condivide scenari prossimi all’horror, molto lugubri e opprimenti. Insomma che questo tipo di operazioni attiri il grosso pubblico, in fondo, è un buon segnale per chi intende le fiabe (anche) come una riflessione adulta e violenta, poco incline ai soliti luoghi comuni che li relega al mondo dell’infanzia. A proposito: evitare di portare i bambini a vedere il film, in fondo non vi è niente di truculento ma l’insieme della confezione può risultare inquietante per i più piccini, non è il caso.

Biancaneve e il Cacciatore (2012)

A muovere le fila in regia il poco conosciuto Rupert Sanders, ormai comincia a essere prassi delle major affidare mega-produzioni (qui si parla addirittura di 170 milioni di $ di budget) a giovani esordienti, con grossa probabilità possono essere più facilmente controllabili, questo non toglie che il film tiene bene le oltre due ore di durata con diverse sequenze apprezzabili. Vi sono, inevitabili forse, alcuni passaggi a vuoto, o meglio dire inutili, come tutta la parentesi nel villaggio di sole donne nei pressi di un fiume, suggestiva location ma non necessaria ai fini della narrazione. Si inizia con un prologo ambientato nel (recente) passato con una infante Biancaneve che assaggia i primi dolori della vita, la morte della madre, un montaggio veloce forse ma i personaggi sono ben delineati e la sintesi è quanto meno efficace, abbiamo già nel cuore il destino della piccola eroina che sta per cadere nelle mani di una cattiva coi fiocchi, si può dire che la Regina malvagia della fiaba è una delle raffigurazioni massime della cattiveria, qui con il nome di Ravenna.

Si è pensato bene di calcare la mano sull’aurea malevola di Ravenna, a fare la differenza è una stupefacente, per bellezza e interpretazione, Charlize Theron, l’attrice (sia chiaro bellissima) è colta nel passaggio delicato per una donna della soglia dei 40 anni, lo sfiorire della bellezza si manifesta con l’utilizzo di ottimi effetti speciali che devastano il viso e il corpo della bionda Regina, sempre più deboli ed emaciati con l’affievolirsi del potere dell’immortalità. Il tormento di Ravenna viene fatto risalire a un trauma infantile e il conseguente odio per l’umanità, in particolare per gli uomini, si può parlare di una sorta di proto-femminista malevola, votata al culto della bellezza riservato ed esclusivo da non condividere con nessuno, se non con il celebre specchio (delle mie brame) qui aggiornato/animato in un restyling in computer grafica. Ravenna ricorda la contessa Bathory, per vivere deve “nutrirsi” di corpi giovani, compare anche la scena dentro una vasca ma è stato evitato il riferimento al sangue che invece le inietta lo sguardo pieno di odio per la giovane Biancaneve.

La protagonista Biancaneve ha il volto di Kirsten Stewart, ormai celebre per la serie “Twilight”, molto bella e brava a descrivere un personaggio fragile, anche triste, che riesce a recuperare una forza che verso il finale la fa apparire come una novella Giovanna D’arco. La parte del cacciatore tutto muscoli e poco altro, una digressione rispetto al racconto originale, sembra cucita addosso a Chris Hemsworth (“Thor”) al quale spetta il numero maggiore di sequenze d’azione. Eccellenti i comprimari: oltre al laido fratello di Ravenna Finn interpretato da Sam Spruell, giungono gli immancabili e simpatici nani (per l’occasione sono 8, uno in più), interpretati con una speciale tecnica morphing da celebri attori inglesi (tra gli altri Ian McShane, Ray Wistone, Nick Frost, Bo Hopkins),  Biancaneve li incontra in una foresta nera ricreata con scenografie a dir poco notevoli, con alberi che si tramutano in entità inquietanti, una vegetazione inospitale spezzata da nebbie minacciose, sino ad aprirsi in spazi incantati e popolati da incredibili creature.

 

Titolo Originale: “Snow White and the Huntsman”
Paese: U.S.A
Rating:7/10