Blindman (1971)

Aggiornato il Marzo 19, 2009 da Il Guru dei Film

Film: BlindmanBellissimo spaghetti-western ormai sepolto da decenni di indifferenza. Diretto da Francesco Baldi con Tony Anthony e Ringo Starr.

Blindman (Tony Anthony), un pistolero cieco, è deciso a riprendersi il maltolto sottratto con l’inganno da una banda di peones messicani guidati da due fratelli: si tratta di 50 ragazze giunte dall’Europa promesse come spose a un gruppo di minatori del Texas. Blindman vuole onorare il contratto stipulato che prevede il trasporto delle ragazze in cambio di denaro.

Grande western all’italiana del 1971 finanziato con capitali americani impiegati per uno sforzo produttivo paragonabile ai film del maestro del genere Sergio Leone (“Il buono, il brutto, il cattivo”). Tra i produttori figura Allen Klein, ex manager dei Beatles, a cui si deve la partecipazione di Ringo Starr; il batterista 31enne del gruppo pop(scioltosi solo l’anno prima) più famoso di tutti i tempi con il mondo ai suoi piedi, o poco ci manca, trova l’occasione per dilettarsi con risultati egregi nella parte del messicano Candy, il barbuto fratello del villain Domingo.

Il protagonista della pellicola è Tony Anthony, anche sceneggiatore e co-produttore, attratto dai film sui generis al punto da interpretare la versione western del personaggio giapponese Zatoichi, lo spadaccino cieco. Anthony è Blindman, un pistolero non vedente intenzionato a riprendersi le donne destinate a una colonia di minatori, un uomo amorale spinto solo dai lauti guadagni nonostante la menomazione fisica. Blindman si muove con un fare sardonico, accentuato da uno sguardo fisso perenne (per ovvi motivi), aiutandosi negli spostamenti con fatica e a tentoni, ignorando quasi sempre l’ambiente che lo circonda, eppure in grado di cavarsela anche nel momento in cui c’è bisogno di sparare per abbattere un avversario. L’unico suo amico sembra essere l’inseparabile e fedele ronzino.

“Blindman” è scivolato nell’oblio piuttosto velocemente, i motivi dell’oscuramento di tale film dai passaggi tv, spettacolare nelle sequenze d’azione, dalla smagliante fotografia e ricco nelle scenografie, sono da ricercare probabilmente nell’atipica vicenda intrisa di sesso e violenza, smorzata comunque da continui accenti grotteschi e priva di particolari sequenze esplicite. Non deve essere stata digerita del tutto la raffigurazione umiliante delle donne e la violenza/violazione a loro riservate in “Blindman”, in fondo nessun personaggio femminile viene tratteggiato sotto un’ottica positiva: le 50 ragazze, dei pezzi di figliola, contese sono sottintese come prostitute ne più ne meno, il personaggio di Dolce Mamma (la bella Madga Konopka) è una sfruttatrice-serpe che Blindman lega a un palo nuda, la stessa angelica Pilar, la ragazza che ha fatto perdere la testa a Candy, è una vittima della situazione in balia degli eventi e priva di nerbo. E dire che si era in piena rivoluzione sessuale.

Ferdinando Baldi dirige la sua opera migliore e conosciuta, una regia che si esalta nella sequenza più ricordata che resta lo splendido inseguimento dei peones sulle dune del deserto a caccia delle ragazze fuggiasche, catturate, violentate e (molte)uccise sulla sabbia, una vera e propria scheggia onirica-psichedelica che fa il paio con la stravagante scena-celebrazione del funerale, situazioni che possono fare venire in mente il coevo Jodorowski di “El Topo” e “La montagna sacra”.

Il finale ambientato in un cimitero ricorda quello di “Django” , lo humor nero e beffardo apportato da un generale suonato dell’esercito invece sembra quello del migliore Sergio Leone, arriva anche un duello singolare e particolarmente cruento tra Blindman e Domingo, l’ottimo Llyod Battista, che non lesina ustioni dolorose e una certa dose di sadismo. Grande film che non manca di un appropriata e ilare colonna sonora firmata da Stelvio Cipriani. Altamente raccomandato.


Paese
: Italia/USA
Rating: 8/10