Bullet in the head (1990)

Aggiornato il Ottobre 29, 2009 da Il Guru dei Film

Bullet in the HeadFiammeggiante capolavoro ambientato nell’inferno della guerra del Vietnam diretto da John Woo, il Maestro del cinema action di Hong Kong.

1967, Hong Kong. Nonostante i tumulti delle rivolte studentesche e i pochi soldi in tasca i giorni scorrono sereni per Ben, Frank e Paul, tre giovani amici per la pelle. Per pagare il ricevimento dell’amico Ben, convolato a nozze con la bella Jane, Frank non esita a rivolgersi a degli strozzini ma un teppista gli si para davanti per derubarlo del denaro ricevuto, il ragazzo riesce a divincolarsi con fatica e una grave ferita alla tempia. Ben intuisce che l’amico ha subito un’aggressione e decide di aiutarlo a vendicarsi di Ringo il balordo che nella zuffa rimane a terra morto, i due amici braccati dalla polizia capiscono che è ora di cambiare aria. Ben e Frank raggiungono Paul e decidono insieme di fuggire a Saigon dove l’inizio della guerra con gli americani ha aperto la possibilità di arricchirsi con poca fatica. I tre ragazzi giungono in Vietnam ma la realtà che devono affrontare è spaventosa.

 

John Woo alla fine degli anni 80 interrompe il sodalizio con il produttore/regista Tsui Hark, insieme hanno sconvolto il cinema di Hong Kong (e non solo) con la serie "A Better Tomorrow" e "The Killer" diretti da Woo, una circostanza in apparenza sfavorevole che invece agevola la realizzazione di uno dei più grandi film della storia del cinema action, un’opera che già dal titolo è un colpo che va dritto al cervello: "Bullet in the head". Concepito come il prequel della saga "A Better Tomorrow" il film viene realizzato/prodotto dal solo John Woo che si vede costretto a modificare il copione mentre Tsui Hark risponde all’illustre collega con quello che viene considerato il vero antefatto della saga, "A Better Tomorrow 3" (1989), che detto per inciso è un altro film straordinario.

Reduce dalla co-regia di "Just Heroes" e, sopratutto, dall’inarrivabile "The Killer", entrambi del 1989, il grande John Woo è al culmine della maturazione artistica che si mantiene almeno sino al successivo "Hardboiled" (1992), l’action balistico definitivo. E’ inutile girarci intorno: qui si sta parlando del numero uno in materia di cinema d’azione, in seguito omaggiato da chiunque abbia frequentato il genere. "Bullet In the head" è la sublimazione del cinema di Woo, sin dagli strepitosi titoli di testa ambientati in una sgargiante Hong Kong anni 60, scanditi dai tafferugli tra gang rivali e balli spensierati in scuole di danza, un richiamo a "West Side Story" e agli amati musical del regista. La pellicola è accolta in occidente come la risposta orientale a "Il cacciatore" (1978) di Michael Cimino, un parallelo una volta tanto azzeccato, anche in termini di qualità, sono difatti molti i punti di contatto a partire dalla guerra del Vietnam vista attraverso gli occhi di un pugno di uomini. Woo però, se possibile, si spinge ed estremizza diversi temi che gli stanno a cuore, il sentimento d’amicizia innanzitutto e la visione di un mondo impazzito in cui bisogna tentare di porre un ordine.