Aggiornato il Marzo 9, 2015 da Il Guru dei Film
Le origini del leggendario Capitan Harlock.
L’umanità è sotto il giogo degli Illumidas, esseri umanoidi provenienti dallo spazio, anche Capitan Harlock si è arreso e vaga nella città piena di gente oppressa e sfiduciata …
Solo una voce proveniente da una radio infonde speranza per un futuro migliore, si tratta della sua amata Maya, ricercata come criminale. Dopo avere rifiutato di collaborare con gli Illumidas, Harlock stringe amicizia con Tochiro che in gran segreto ha costruito una nave spaziale, insieme a uno sparuto equipaggio iniziano una ribellione contro gli oppressori.
Il personaggio più famoso creato nell’universo di Leiji Matsumoto (Star Blazers, Danguard Ace, ecc.), il pirata dello spazio Capitan Harlock, ha goduto nel 1982 della realizzazione di un’opera che oggi possiamo definire come “prequel”, un antefatto lontano dalle avventure conosciute nella serie tv a base di mazoniane e regine conquistatrici ma in linea con il senso tragico e fiero dell’eroe di cui vengono rivelati diversi retroscena. Un’opera quindi preziosa per ogni appassionato del più famoso pirata spaziale dell’animazione giapponese. L’Arcadia della mia giovinezza suggerisce un cammino cupo e pessimista per l’umanità, chiamata a prove difficili e pericoli, come la sfida del prologo nel superare una vetta impervia, in cui è intento l’antenato di Harlock a bordo di un aeroplano a elica. Lo spirito degli Harlock si trasmette da generazioni, un vezzo per gli eroi degli anime giapponesi (si pensi agli antenati di Lupin III), lo sprezzo del pericolo e il coraggio sono il marchio di una stirpe che si lancia contro le avversità e le forze del male.
Il retaggio del passato accomuna Harlock e il personaggio dell’amico Tochiro, riuniti dopo una rissa con gli oppressori, i loro antenati si incontrano la prima volta nel corso della seconda guerra mondiale in quello che appare come un affascinante flash-back, reso possibile da uno scandaglio genetico-tecnologico a cui vengono sottoposti. Compare quindi un suggestivo Harlock (Fantom III) in tenuta nazista (!), impegnato come aviatore nelle file del terzo Reich, di cui non condivide gli ideali ma al suo servizio per senso dell’onore (cose impensabili per una cultura, la nostra, che ha conosciuto Badoglio), in una concitata operazione di fuga con il connazionale Tochiro, momenti drammatici e di sacrificio che saldano un’amicizia che attraverserà i secoli. Uno dei migliori passaggi del film, in cui si intuisce anche l’origine del vessillo pirata a forma di teschio.
L’Arcadia della mia giovinezza è diretto da Tomoharu Katsumata, veterano di serie classiche anni 70 come Devilman, Atlas Ufo Robot, Il Grande Mazinga, Gaiking,ecc., mentre il character design dei personaggi è curato da Kazuo Komatsubara. già artefice del successo della prima serie di Capitan Harlock, insomma per chi è cresciuto in quel periodo i disegni e l’animazione lo faranno sentire a casa, per gli altri (i più giovani soprattutto) è un ripasso della vecchia scuola che ha fatto epoca, nonostante non manchi qualche raccordo di troppo che appesantisce la vicenda, densa di personaggi e avvenimenti. Si insiste molto sul lato drammatico e il destino ingiusto di alcuni comprimari di Harlock, forse era il caso di approfondire il rapporto dell’eroe con la bella Maya, dato per scontato, questo però conduce alla rivelazione intorno la perdita dell’occhio del pirata spaziale, ulteriore avvenimento che tempra il suo spirito di rancore e cupa disillusione. L’Arcadia, il mitico vascello spaziale, sorge un po’ dal nulla dalle viscere della terra, qui con una colorazione primordiale verde, la fedele arma da guerra è subito impiegata in strenue missioni ai confini dello spazio.
Si mettono in luce altri personaggi storici, come la trafficante senza padroni Esmeralda e l’aliena LaMine, tutti coinvolti in delicate decisioni che vertono sulla sorte del pianeta Tocarga, la patria di un altro personaggio cardine della vicenda, il valoroso soldato Zoll che riserba risvolti dolorosi, anche Harlock giunto in quella landa devastata incontra il caratteristico e buffo uccello nero che in seguito stazionerà sui ponti dell’Arcadia. La seconda parte de L’Arcadia della mia giovinezza è spettacolare e sembra ispirata a Star Blazers, il primo e seminale capolavoro di Leiji Matsumoto, trasferita nelle evoluzioni di incrociatori stellari che portano a un duello quasi d’altri tempi tra Harlock e il comandante degli Illumidas Zeda, ammirato dal comportamento coraggioso dell’avversario ribelle, nel confronto scandito a colpi di cannoni spaziali e tattiche militari intriso ancora una volta di malinconia e commozione. Non un capolavoro forse ma un grande momento dell’animazione anni 80 sì.
Paese: Giappone
Rating: 8/10