Cloud Atlas (2012)

Aggiornato il Gennaio 24, 2013 da Il Guru dei Film

Cloud Atlas (2012)Sei storie intrecciate nello spazio e nel tempo per il nuovo film dei Wachowski Bros.

Sei storie in epoche ed ambientazioni diverse sembrano essere collegate da un filo sottile che regola la vita degli uomini: nel primo episodio, metà dell’800, un giovane notaio di S.Francisco viene a contatto con la dura segregazione razziale in una colonia del Pacifico, nel secondo episodio, anni 30, un giovane bisessuale lavora come copista presso un decrepito compositore musicale, nel terzo episodio, nei primi anni 70, a S.Franciso una reporter indaga sulle attività sospette legate a una centrale nucleare, nel quarto episodio, ai nostri giorni, un anziano editore con problemi di soldi finisce rinchiuso in una casa di riposo, nel quinto episodio, nella futura Seul (anno 2144), un ribelle in lotta contro il sistema di sfruttamento libera una clone-schiava, nel sesto capitolo, nell’anno del lontano futuro 2321, una comunità umana vive una realtà post-apocalittica su un’isola delle Hawaii.

Cloud Atlas (2012)

Si legge spesso di curiose e tragiche notizie avvenute (non necessariamente) dall’altro capo del mondo con protagonisti perfetti sconosciuti e, al contrario, si ignora quello che di buono accade in altri angoli del pianeta, per merito di persone che non verranno mai nominate, per non parlare degli avvenimenti del passato, tutto questo sembra scivolare intorno alle nostre esistenze indaffarate nelle beghe di tutti i giorni, nella convinzione che tutto rientri nella casualità/fatalità, senza ripercussioni alcune sull’andamento di quella cosa non ancora bene definita che chiamiamo vita. “Cloud Atlas” non risponde al  suo mistero (della vita) ma tenta di porre un ordine all’incomprensibile e lungo tracciato dell’umanità, nella convinzione che tutto, in fondo, è collegato, anche la più piccola delle azioni. Ambiziosi e coraggiosi i Wachowski Bros, insieme al regista Tom Tyker, traggono spunto dal romanzo “L’Atlante delle Nuvole” per imbastire un’opera che abbraccia circa 500 anni e una serie di disparati protagonisti che mischiano le loro storie, a formare un cammino affascinante e pulsante, spinto sino alle epoche future.

“Cloud Atlas” stordisce con una galleria continua di personaggi e si tuffa a intermittenza in diverse epoche, ambientazioni e situazioni, tra passato, presente e futuro, gli episodi sono infatti montati uno dentro l’altro con grande abilità, in un flusso a tratti incomprensibile e di difficile fruizione, almeno questo capita all’inizio, quando un Tom Hanks anziano e primitivo balbetta frasi sconnesse, per poi venire proiettati dai mari del Pacifico di metà 800, sino alla Seul inquietante del futuro, passando prima dalle parti di Berlino negli anni 30 e la S.Franciso hippy dei primi 70, senza dimenticare una capatina nella trendy Londra dei nostri giorni. Meglio lasciarsi trascinare nel turbinio di volti e situazioni, senza riuscire a cogliere tutto al primo sguardo, come capita nella vita del resto, alla fine delle circa 3 ore (che volano, se si sta al gioco) tutto apparirà poi più chiaro e semplice. “Cloud Atlas” sembra fatto su misura dei Wachowski, i temi affrontati sono seri e universali, riguardano l’oppressione del potere e la persecuzione delle minoranze, non solo, guarda con benevolenza i personaggi carichi di umanità anche se non può fare a meno, di contro, di mostrare il  lato violento e subdolo delle persone.

Come si può intuire la pellicola è talmente ad ampio raggio da attraversare molteplici generi, compare la commedia brillante dell’episodio dell’editore Cavendish (Jim Broadbent) oppure il poliziesco-noir della reporter di Halle Barry braccata da un killer, spruzzate di horror con le apparizioni fantasma che insidiano i dubbi del contadino spaziale di Tom Hanks ma, a predominare, con le scenografie più spettacolari, è la fantascienza che riguarda i due episodi ambientati nel futuro, in particolare le peripezie del misterioso Hae Joo Chang (Jim Sturgess) nella Seul del 2144 ricordano quelle del celebre Neo di “Matrix”. I Wachowski si (auto)citano e dimostrano, se mai vi erano dubbi, di avere una naturale predisposizione per gli scenari oppressivi del futuro, si innesta anche una felice rilettura de “La Fuga di Logan” (1976), con la presenza del clone Sonmi-451 (indimenticabile Bae Doona) da salvare da una società che sacrifica i suoi figli/schiavi per un mondo tecnologico privo di ogni sentimento ed emozione. Grandi scene d’azione ed eccellenti effetti speciali per questo episodio che si può già considerare un (piccolo) classico dispotico. Il punto è che anche il resto degli episodi non sono da meno, variegati e intriganti ma sempre attraversati da una sincera tensione emotiva e un motivo musicale (classico) “Cloud Atlas Sextet”, che infrange le barriere del tempo.

Per apprezzare appieno “Cloud Atlas” si deve entrare nell’ottica fantasiosa della reincarnazione, non è necessario crederci (anche se gli antenati e le somiglianze non sono un’invenzione), il cast principale formato da uno stuolo di grandi attori (Tom Hanks, Hugh Grant, Halle Barry, Hugo Weaving, Susan Sarandon, solo per citare i più famosi) è impegnato a rappresentare svariati personaggi, disseminati in differenti epoche e con aspetti mutevoli, grazie all’ausilio di pesanti make up, davvero riusciti e spesso ironici (da gustare l’infermiera manesca di Hugo Weaving). Ultima mezzora straordinaria che innalza i picchi emotivi e incanala le sei storie portanti verso conclusioni non sempre consolatorie, ma pur sempre cariche di speranza e tenerezza, per i più sensibili si rischia di guardare le ultime scene in un bagno di lacrime. La sensibilità, una delle più grandi doti dei Wachowski, esplode con “Cloud Atlas”, al momento il loro trionfo tecnico-artistico, da dividere con il regista Tom Tyker (difficile capire le parti da lui girate), andato incontro a un prevedibile (?) flop al botteghino, troppo lontano dai soliti blockbuster, troppo intenso e girato con il cuore in gola per accontentare tutti.

Titolo Originale: “Cloud Atlas”
Paese: U.S.A.
Rating: 9/10