Come d’Incanto – se non fosse vera sarebbe un cartoon

Aggiornato il Dicembre 7, 2007 da Il Guru dei Film

Come d'Incanto

Il nuovo film della Disney è una combinazione tra cartoon e attori umani che racconta la storia di una principessa delle favole che per colpa di una regina cattiva finisce a New York. Amy Adams è nata una stella.


Come d’incanto è il film che farà di Amy Adams una stella. Pete Traves, di Rolling Stone America, ha scritto: ‘dai tempi in cui Julie Andrews ha portato l’ombrello di Mary Poppins alla gloria, la Disney non aveva mai proposto una bambola fatta donna così perfetta’. Ma Come d’incanto non è soltanto il palcoscenico che presenta Giselle, la nuova principessa della straordinaria galleria Disney, accanto a Cenerentola, La bella addormentata, Bianca Neve e Pocahontas (tanto per citarne solo qualcuna). E’ la perfetta storia per famiglie che aggiorna tutti i classici dell’immaginario della più celebre factory del cartoon: il sogno del principe azzurro, la solidarietà, il confronto tra favola e realtà, gli animali antropomorfi, il bene che vince sul male attraverso la combinazione tra animazione computerizzata e attori umani. Il bello è che si tratta di una produzione sofferta che è stata tenuta al palo per dieci anni, durante i quali la sceneggiatura è stata riscritta varie volte. Il risultato più felice di questa lunga gestazione è stato l’arrivo nel cast di Amy Adams. L’inizio del film è un cartoon: siamo nel regno di Andalasia dove la principessa Giselle vive circondata da deliziosi animali che l’aiutano in tutto e dalle attenzioni del principe Eduardo (James Marsden, il Ciclope degli X Men). I due si amano e vogliono sposarsi ma di mezzo c’è la regina cattiva Narissa (Susan Sarandon) che, con l’aiuto del suo aiutante gobbo riesce a separarli. Anzi proprio il giorno del matrimonio fa precipitare Giselle in un pozzo stregato. e qui il colpo di scena: da Andalasia la principessina precipita a New York, a Times Square. E’ ovvio il gioco di autoriferimenti: le strade di New York rappresentano la realtà esattamente opposta al regno della fantasia disneyana dove tutte le durezze della vita sono bandite. E se alle spalle non ci fossero decenni di fantasia a cartoni animati Come d’incanto non potrebbe funzionare allo stesso modo. Qui invece la principessa delle favole che si trova nella metropoli simbolo del logorio della vita globalizzata a confronto con umani che sono letteralmente di un altro mondo rispetto al suo produce esattamente quello che ci si aspetta da un film della Disney. Tanto per non creare equivoci, la persona con cui Giselle avrà più a che fare è l’avvocato divorzista Robert Phillip (Patrick Dempsey di Grey’s Anatomy) così lontano dal mondo dei sogni da regalare alla figlia per Natale il libro delle 100 donne più potenti del pianeta. Inutile dire che la sua compagna è ancora piu’ avvelenata di lui. Senza adesso addentrarsi in particolari che svelerebbero altri dettagli della trama (ma è divertente vedere come a New York gli animali-amici di Giselle siano ratti e piccioni da strada), basterà dire due cose. Che nella Grande Mela da Andalasia non è arrivata solo Giselle e che un film come questo lo si va a vedere perchè c’è il lieto fine. E Come d’incanto non tradisce questa fondamentale aspettativa.
Paolo Biamonte