Crying Freeman (1995) di C. Gans

Aggiornato il Ottobre 4, 2007 da Il Guru dei Film

Crying FreemanTit. originale: Crying Freeman
Paese: France/Canada/Japan

Prima della ribalta mondiale de "[[Il patto dei lupi]]", nel 1995 [[Christophe Gans]] debutta in sordina con "[[Crying Freeman]]": un action potente ed elegante, dalla forte carica stilizzante.

Emu O’Hara assiste casualmente all’esecuzione di un malavitoso giapponese, e vede in faccia il killer, un giovane uomo, che dopo avere sparato versa una lacrima e pronuncia un nome: Yo. La ragazza ora è in pericolo perchè Yo è il nome del killer della setta dei 108 dragoni e, secondo un’antica legge secolare, nessuno può rimanere in vita dopo avere visto il suo volto.

Tratto dal formidabile manga omonimo, "Crying Freeman" narra fedelmente le vicende del killer piangente e della sua amata in un mondo di superkillers, racchiuse nei primi due volumi della serie.

Gans però spoglia il film della carica sensuale-erotica (anzi a luci rosse!) del fumetto e si concentra, ossessivamente, sull’azione pura, cogliendo nel segno. Il riferimento principale è il capolavoro "[[The killer]]"(1989) di [[John Woo]] (non certo il Woo ridicolo degli ultimi film!).

Se infatti, in apparenza, i due film hanno ben poco in comune, ci si accorge presto che Gans ha una tale venerazione per il film di J. Woo che sfocia oltre il citazionismo, tanto che si può ben parlare di feticismo puro! Il ridicolo però è ampiamente evitato visto che Gans, pur essendo al suo primo lungometraggio, dimostra una classe ed un’eleganza straordinarie. 

Il regista evita bene le banalità, come le sequenze “stand-off“, (già ampiamente inflazionate all’epoca da [[Quentin Tarantino]], altro citazionista d.o.c.) e le “double-gun“ ma anzi si spinge in territori sconosciuti o quasi (vedi i timidi tentativi de "[[Il corvo]]") al cinema occidentale, come ad esempio il combattimento marziale di spade, folle e demodè (all’epoca!), del superbo finale con [[Mark Dacascos]] che semina morte e sangue: qui compare un’ennesima folgorante citazione, questa volta dedicata al maestro [[Chang Cheh]] e al suo "[[La mano sinistra della violenza]]"(influenza che "esploderà" ne "Il patto dei lupi"), in cui il Freeman/Dacascos fa volteggiare in aria un coltello per poi riprenderlo per il colpo finale (una sequenza in-cre-di-bi-le), in omaggio alla tecnica utilizzata da [[David Chiang]] nel film di Chang Cheh.

Gans e il cinema di Hong Kong: un binomio inscindibile, ma anche Gans/Dacascos, un sodalizio vincente e unico (che raccoglierà il successo meritatissimo con il successivo "Il patto dei lupi") che vede Dacascos protagonista di sequenze d’azione d’antologia: da segnalare quella dell’esecuzione del capo-yakuza Shimazaki (la vecchia volpe Mako) in un caos di fuoco (le esplosioni delle macchine) e acqua (la fontana dell’agguato), con il Freeman che danza con la morte sino al finale di pura catarsi, immerso nel verde della vegetazione e nella bellezza del tempio, compiendo infine evoluzioni di arti marziali mozzafiato.

Gans, inoltre, tratteggia con cura inusuale per un action film un trio di personaggi femminili (avviene anche ne "Il patto" con [[Marianne Morangias]], Silvia e la muta-"indemoniata") che filtra la vicenda da diverse angolazioni: la storia è raccontata in terza persona (con voce off) da Emu ([[Julie Condra]]), la ragazza che diviene la donna del Freeman, che dona al film un tocco evocativo; Forge ([[Rae Dawn Chong]]) è una poliziotta integerrima che paga cara la sua condotta, mentre Lady Hanada ([[Yoko Shimada]]) si dimostra la nemica peggiore del Freeman (tra l’altro anche lei è protagonista di sequenze memorabili).

Completano l’ottimo cast [[Tchey Kario]], Nitta, il poliziotto corrotto; [[Masaya Kato]] nei panni di Ryuji Hanada, capo yakuza violento ed ambizioso; [[Byron Mann]] nel ruolo di Koh, la guida e spalla del Freeman. Girato in Canada e costato nulla (solo 7 milioni di dollari), il film ha delle bellissime ambientazioni (la villa yakuza, il tempio buddista, ecc.), sequenze in costume (un pallino di Gans) e il tocco inconfondibile dell’ormai fido montatore (anche ne "Il patto") [[David Wu]], un nome e una garanzia.

Pathos, mistero, azione, avventura, pistole e kung fu per quello che si può ben considerare nel suo genere un capolavoro. "Io ti plasmerò, ti renderò più forte, ti renderò più veloce, diventerai micidiale, i nostri nemici sentiranno gli artigli feroci del drago straziarli fino alla morte…vieni, ora sei il Freeman…"

Rating: 9/10