Cuore selvaggio (1990)

Film: Cuore SelvaggioUno dei migliori film d’amore della storia del cinema, una delle opere più riuscite del visionario regista David Lynch.

I giovani Sailor (Nicolas Cage) e Lula (Laura Stern) si amano, il loro rapporto è però funestato dalla madre oppressiva di lei e dal passato losco del ragazzo. Uscito dal carcere in libertà vigilata Sailor convince Lula a fuggire con lui verso la California e iniziare una nuova vita, l’irriducibile e folle madre di Lula non si da per vinta e assolda dei killer per rintracciare la coppia ed eliminare Sailor.

Lynch rafforza la fama di regista insolito e geniale, derivata dal successo del precedente “Velluto blu” (1986), con un film eccessivo e per certi versi sfuggente che apre come un bisturi il ventre maligno dell’america e della vita stessa: la realtà ha un cuore selvaggio e incomprensibile. Tratto dal libro di Barry Gifford (da un’altra sua opera Alex De la Iglesias dirige “Perdita Durango“, 1997) “Cuore selvaggio” parla di amore tramite personaggi-limite e situazioni sempre più estreme, ai tempi Lynch è ancora visto come un tipo bizzarro ma in molti cominciano a prenderlo sul serio quando il film vince la palma d’oro a Cannes, in pratica spianando la strada della pulp-fiction (con Tarantino in testa) al cinema che in quegli anni comincia a prendere forma.

La pellicola sembra scritta su misura per Nicolas Cage (“Face off“), alla sua prima grande affermazione nel ruolo di Sailor, “questa è una giacca di serpente, simboleggia la mia individualità e la mia fede nella libertà personale” è solito ripetere, uno sbandato dal cuore (selvaggio) d’oro che commette una serie di errori anche per non perdere l’amore di Lula. L’attore è memorabile anche nelle movenze e in sequenze ormai divenute cult: quando canta “love me tender” alla sua amata in discoteca, interpretata da Laura Stern ( “Jurassic park“) è la straordinaria e stralunata Luna, una ragazza ventenne confusa e all’apparenza fragile che ha già conosciuto la crudeltà della vita (uno stupro da adolescente, la morte violenta del padre) ma piena di passione per il suo Sailor, l’unico uomo che la rende felice. Nonostante le sequenze d’amore più spinte e crude del solito l’alchimia tra i due attori trasmette reale dolcezza e sentimento.

Fiammiferi e sigarette ripresi in primo piano esplodono come bombe, bruciano del fuoco che pervade “Cuore selvaggio” e i suoi farneticanti e inquietanti protagonisti, spinti da incontrollabili desideri di controllo e potere come nel caso di Marietta, la madre di Lula, interpretata da una strepitosa Diane Ladd che è realmente la madre di Laura Stern, una situazione che favorisce una complicità e un coinvolgimento unico. E’ quasi impossibile inoltre dimenticare William Defoe (“Spiderman”) nei panni del diabolico e disgustoso Bobby Peru, un essere che non capisci se sta per fare una battuta oppure estrarre una pistola per ammazzarti, un malvivente che Sailor contatta per eseguire una delle rapine più sciagurate mai viste al cinema dall’epilogo sanguinoso degno di un horror. Stupendo il volgarissimo e umiliante dialogo tra Bobby Peru e Lula, un momento sospeso tra ironia e orrore creato dal genio di Lynch.