Aggiornato il Gennaio 27, 2006 da Il Guru dei Film
Jim Carrey e Tea Leoni sono i protagonisti di questo remake di un film del 1977 con George Segal e Jane Fonda. Un ritratto al vetriolo delle Corporation e dei loro manager che diventa un sorridente atto d'accusa contro vicende come quella della Enron.
Qualcuno ha scritto che fare satira oggi sulla corruzione degli executive delle grandi corporation americane equivale più o meno a sparare sui pesci nella vasca. D'altra parte cosa si può dire di personaggi che hanno deliberatamente aggravato la crisi energetica della California con un'operazione che garantiva un incremento dei guadagni per ogni persona uccisa dal caldo? Cos'altro si può pensare una volta appurato che i personaggi in questione sono i boss della Enron, il gigante energetico che sarà ricordato come uno dei fallimenti più clamorosi della storia dell'economia dopo essere stato uno dei motori finanziari della politica di George W. Bush? Tutto il male possibile, ovviamente.
Dick & Jane: Operazione Furto tenta di riderci su, mettendo in scena la vendetta di un dirigente promosso 24 ore prima che la sua corporation evapori in Borsa, lo stesso giorno in cui la moglie lascia il suo lavoro contando sulla promozione del marito. In poco tempo i due perdono tutto, vedono svanire uno dopo l'altro tutti i vari status symbol che affollavano la loro quotidianeità dorata fino a sprofondare nell'indigenza, percorrendo uno a uno tutti i gradini che portano dalla disoccupazione alla povertà.
Toccato il fondo, Dick, il protagonista, scopre di avere un buon talento da ladro e da truffatore grazie al quale riuscirà a riemergere dall'abisso e a vendicarsi del capo, il vero responsabile dell'implosione dell'azienda. Nonostante i riferimenti all'attualità siano evidenti, fino a toccare quasi l'impudenza con i ringraziamenti nei titoli di coda ai manager Enron, Worldcom, Arthur Andersen, Adelphia, Cendant, la storia di Dick & Jane: Operazione Furto è stata scritta quasi vent'anni fa, nel 1977 per un film con George Segal e Jane Fonda il cui titolo italiano è Non Rubare se non Strettamente Necessario.
Come avrete capito, stiamo parlando di un remake con la coppia Jim Carrey (che è anche il produttore insieme a Brian Grazer), Tea Leoni, ai quali si aggiungono Alec Baldwin e Richard Jenkins. Il cambiamento più profondo rispetto all'originale è nel personaggio del protagonista: George Segal ne aveva tracciato il ritratto di un simpatico casinista travolto dagli eventi, Carrey ha fatto acquistare al personaggio una personalità anarchica che emerge fin dalle prime scene e rende più coerente la sua trasformazione criminosa.
Dick & Jane: Operazione Furto è fondamentalmente diviso in due parti: la piu' efficace è la seconda, quella dove Dick e Jane individuano nel personaggio interpretato da Alec Baldwin il bersaglio della loro vendetta che, è bene sottolinearlo, suscita inevitabilmente la solidarietà dello spettatore colpito dai comportamenti odiosi dei vari executive. La seconda parte funziona anche grazie al perfetto affiatamento tra i due interpreti principali tanto bene da far pensare che Dick & Jane: Operazione Furto sia alla fine un'occasione mancata per affrontare da un punto di vista insolito il delicatissimo tema della corruzione diffusa nel top management a stelle e strisce. Certo, a ben vedere, ci sarebbe da ricordare che perdere tutto è qualcosa di molto più drammatico di vedersi portare via la tv ultra piatta al plasma o assistere alla scena dei giardinieri che si riprendono il prato appena seminato. La realtà è ben più pesante, come ci ricordano le tragedie dello Tsunami o di New Orleans, per citare solo due esempi recenti. C'è solo da sperare che il potere dirompente dellla risata rappresenti davvero il migliore degli antidoti contro le gesta criminali delle elite del potere.
Paolo Biamonte
Dick & Jane: Operazione Furto tenta di riderci su, mettendo in scena la vendetta di un dirigente promosso 24 ore prima che la sua corporation evapori in Borsa, lo stesso giorno in cui la moglie lascia il suo lavoro contando sulla promozione del marito. In poco tempo i due perdono tutto, vedono svanire uno dopo l'altro tutti i vari status symbol che affollavano la loro quotidianeità dorata fino a sprofondare nell'indigenza, percorrendo uno a uno tutti i gradini che portano dalla disoccupazione alla povertà.
Toccato il fondo, Dick, il protagonista, scopre di avere un buon talento da ladro e da truffatore grazie al quale riuscirà a riemergere dall'abisso e a vendicarsi del capo, il vero responsabile dell'implosione dell'azienda. Nonostante i riferimenti all'attualità siano evidenti, fino a toccare quasi l'impudenza con i ringraziamenti nei titoli di coda ai manager Enron, Worldcom, Arthur Andersen, Adelphia, Cendant, la storia di Dick & Jane: Operazione Furto è stata scritta quasi vent'anni fa, nel 1977 per un film con George Segal e Jane Fonda il cui titolo italiano è Non Rubare se non Strettamente Necessario.
Come avrete capito, stiamo parlando di un remake con la coppia Jim Carrey (che è anche il produttore insieme a Brian Grazer), Tea Leoni, ai quali si aggiungono Alec Baldwin e Richard Jenkins. Il cambiamento più profondo rispetto all'originale è nel personaggio del protagonista: George Segal ne aveva tracciato il ritratto di un simpatico casinista travolto dagli eventi, Carrey ha fatto acquistare al personaggio una personalità anarchica che emerge fin dalle prime scene e rende più coerente la sua trasformazione criminosa.
Dick & Jane: Operazione Furto è fondamentalmente diviso in due parti: la piu' efficace è la seconda, quella dove Dick e Jane individuano nel personaggio interpretato da Alec Baldwin il bersaglio della loro vendetta che, è bene sottolinearlo, suscita inevitabilmente la solidarietà dello spettatore colpito dai comportamenti odiosi dei vari executive. La seconda parte funziona anche grazie al perfetto affiatamento tra i due interpreti principali tanto bene da far pensare che Dick & Jane: Operazione Furto sia alla fine un'occasione mancata per affrontare da un punto di vista insolito il delicatissimo tema della corruzione diffusa nel top management a stelle e strisce. Certo, a ben vedere, ci sarebbe da ricordare che perdere tutto è qualcosa di molto più drammatico di vedersi portare via la tv ultra piatta al plasma o assistere alla scena dei giardinieri che si riprendono il prato appena seminato. La realtà è ben più pesante, come ci ricordano le tragedie dello Tsunami o di New Orleans, per citare solo due esempi recenti. C'è solo da sperare che il potere dirompente dellla risata rappresenti davvero il migliore degli antidoti contro le gesta criminali delle elite del potere.
Paolo Biamonte