Doomsday (2008) di N. Marshall

Aggiornato il Settembre 10, 2008 da Il Guru dei Film

doomsday

Tit.originale: Doomsday

Paese: Inghilterra/USA/Sud Africa/Germania

Il regista di The Descent, Neil Marshall, erige con il suo ultimo lavoro un piccolo monumento al cinema fanta-action degli anni 80.


Un misterioso virus semina la morte nei territori della Scozia con esiti disastrosi tanto che l’intera nazione viene isolata da un imponente muro che non permette a nessuno di entrare ed uscire. Dopo circa trent’anni al centro di Londra vengono scoperte delle nuove tracce del temibile virus, pronto a scatenare un’altra epidemia: le autorità inviano nell’ormai dimenticata Scozia una squadra speciale guidata da Sinclair ([[Rhona Mitra]]) con l’obiettivo di trovare dei sopravvissuti e l’eventuale cura che scongiuri l’imminente catastrofe.

[[Neil Marshall]] non ha mai nascosto sin dagli esordi ([[Dog Soldiers]], 2002) e nel successivo e celebrato [[The Descent]] (2005), la sua sconfinata predilezione per il cinema degli anni 80, un’influenza sopraggiunta anche per questioni anagrafiche (Marshall è nato nel 1970), un periodo che plasma i sogni adolescenziali del giovane virgulto cresciuto a furia di ripetute visioni dei film di [[John Carpenter]] e George Miller.

Doomsday è solo il terzo film del regista ma rischia di essere quello più emblematico e personale della sua carriera, nonostante le numerose imperfezioni, se non altro per l’incondizionato amore verso una serie di pellicole che Marshall tenta di evocare platealmente in ogni sequenza, incurante del rischio che l’operazione comporta: non è certo una novità basare un’intera opera sul cinema di genere del passato (si pensi al progetto [[Grindhouse]] del duo [[Quentin Tarantino]]-[[Robert Rodriguez]]), inoltre il grande pubblico difficilmente premia questa tipologia di film (In USA Doomsday è stato un flop), non ultimo è il confronto che inevitabilmente si innesca con le opere originali omaggiate.

Marshall ha il controllo totale del film, oltre a dirigerlo si occupa della sceneggiatura e del montaggio, ma spesso questo non è sempre un bene, difatti Doomsday si presta a più di una critica per la flebile storia che si districa in improbabili scenari, mentre numerose sequenze d’azione sono raccordate in maniera confusionaria e anti-spettacolare. Ma Doomsday ha il fuoco dentro e anche alcuni dialoghi imbarazzanti passano in secondo piano davanti a un tripudio di citazioni sincere, che riescono a saldare un film per certi versi folle, ma terribilmente appassionato e attraversato da un senso ironico sempre presente.

Il personaggio Jena Pleskeen di [[Kurt Russel]] in [[1997 Fuga da New York]] (1981) è il richiamo principale per la costruzione della protagonista (la bella Sinclair), ma anche l’ambientazione post-apocalittica del territorio scozzese è simile alla New York disastrata del film di Carpenter, cosi come i temi sonori di Tyler Bates omaggiano l’incedere dark elettronico inconfondibile creato dallo stesso regista di [[Halloween, la notte delle streghe]]. L’altro totem celebrato da Doomsday è George Miller e il suo cinema selvaggio popolato da pazzi scatenati, non è difficile quindi notare come pellicole del calibro di [[Interceptor]] (1979) e [[Interceptor – il guerriero della strada]] (1982) abbiano (di)segnato il look di Doomsday con una carica di ammiccamenti punk-rock e violenza, incarnati da uno stuolo di feroci psicopatici capeggiati dal moicano Sol accompaganto da una sexy-fidanzata tatuata in volto.

Ma i riferimenti di Doomsday sono incessanti e anche coraggiosi tanto da permettersi una parentesi fantasy intrisa di atmosfere medioevali in cui vediamo l’eroina Sinclair giungere in una zona fuori dal tempo, alle prese con guerrieri armati di corazza e balestre, in memoria di pellicole cult come [[I banditi del tempo]] (1981) e [[Excalibur]] (1981). Solo certi film italiani post-atomici si erano spinti a tanto, del resto anche il film di Marshall assomiglia molto nello spirito a pellicole come [[2019 – Dopo la caduta di New York]] (1983) di Sergio Martino e [[I predatori di Atlantide]] (1983) di [[Ruggero Deodato]].

Rhona Mitra ([[Underworld: Rise of the Lycans]]) é Sinclair un’agente super-sexy sfuggita da bambina dall’epidemia del virus non senza danni: ha perso la madre e l’occhio destro, sostituito con un bulbo oculare cibernetico che può essere estratto e utilizzato come una telecamera. L’attrice è bellissima e si trova a proprio agio in un ruolo che ricorda molto quello di [[Milla Jovovich]] nella serie [[Resident Evil]], la sua presenza è già un buon motivo per visionare la pellicola: inquadrata spesso e volentieri sul lato b e protagonista di una sequenza cult finale. Anche due vecchie glorie fanno la loro comparsa, si tratta di [[Bob Hoskins]] (Quel venerdi maledetto, [[Danny the dog]]) e di [[Malcolm McDowell]] ([[Arancia Meccanica]], [[Halloween: The Beginning]]).

Inferociti punks si scagliano a peso morto contro gli avversari come i membri delle gangs di [[Distretto 13: le brigate della morte]] (1976), la squadra di Sinclair si muove con mezzi blindati simili a quelli di [[Aliens – Scontro finale]] (1986), il capo dei punks Sol incita e sbraita alla rivolta guidando un pullman di squilibrati che sembrano usciti da [[I guerrieri della notte]] (1979), Doomsday macina decine di pellicole, imbratta di sangue lo schermo, teste mozzate rotolano verso lo spettatore, vengono sparati centinaia di colpi e non mancano inseguimenti furibondi, a volte é sconclusionato nella sua ingenuità ma diverte e molti nostalgici potrebbero anche commuoversi a sentire alcuni vecchi hits suonati durante il film: Dog eat dog di [[Adam and the Ants]], Spellbound di [[Siouxsie and the Banshees]], Two tribes di [[Frankie Goes to Hollywood]].

Rating: 7/10