Enter the Void (2009)

Aggiornato il Dicembre 15, 2011 da Il Guru dei Film

Enter the voidIl ritorno psichedelico di Gaspar Noé tra droga e sesso nella notte di Tokyo.

L'immigrato americano Oscar vive da qualche anno a Tokyo, la città tentacolare in cui è giunta anche la sorella Linda, il ragazzo tira avanti spacciando droga mentre la giovane ha trovato un posto come spogliarellista in un night club. Dopo una trappola tesa dalla polizia Oscar cade vittima di una sparatoria, la sua essenza però sembra ancora viva e vaga nella notte di Tokyo, in cerca della sorella e del passato perduto lastricato di felicità e dolore.

Se si apre il giornale (o visto i tempi internet) nella sezione cinema in cerca di un film simile a "Enter the Void" non lo si troverà, nemmeno nei mesi precedenti, questo per dire che si tratta di un film forse unico, che denota il merito del regista di origini argentine Gaspar Noé, un viaggio psichedelico oltre i confini della messa in scena cinematografica e di tecnica impressionante, immerso in un mondo drogato e notturno. A dire il vero esiste un precedente, e il riferimento è "Irreversible" (2002) dello stesso Noé, uno dei film più estremi mai realizzati che ritorna in qualche modo in "Enter the Void" per quel senso di nichilismo e l'incredibile utilizzo del piano-sequenza, maneggiato con una sicurezza e profusione a indagare scorci di squallida realtà, sospesa tra sogno lisergico e brutale vita da strada. Il cinema di Gaspar Noé è una continua sollecitazione sensoriale-visiva e "Enter the Void" avvisa sin da subito con dei martellanti titoli di testa: scaglie impazzite di flash e colori quasi illeggibili che stordiscono solo dopo pochi secondi.

Enter the Void

Si tende a dividere la pellicola in due parti, la durata è molto impegnativa visto che siamo ben oltre le due ore, in un primo momento si entra in sintonia con il personaggio di Oscar (Nathaniel Brown) mentre verso il finale si fluttua negli ambienti e in varie situazioni, anche a ritroso nel tempo. Per definire la realtà di Oscar sono state predisposte delle riprese continue in soggettiva, non vi sono stacchi da altre angolature o punti di vista di altri personaggi, l'effetto é rafforzato dai piani-sequenza. Quello che si vede su schermo è lo sguardo del protagonista, in una scena notevole appare il ragazzo mentre si specchia nel lavello del bagno ma non vediamo alcuna telecamera che dovrebbe, in teoria, essere presente nel riflesso, insomma dietro c'è anche un considerevole utilizzo di effetti speciali.

Nel momento in cui Oscar muore si entra in una gigantesca esperienza "fuori dal corpo", dette anche OBE (out-of-body-experience), la telecamera comincia a vagare, letteralmente, attraverso gli edifici e gli isolati in un vortice di riprese mai viste prima, un lavoro che ha necessitato di particolari camera-gru. I flash-back del protagonista sono invece in terza persona, nei frangenti ambientati nel passato Oscar è di spalle, un testimone muto che rivive alcuni dei passaggi più importanti della sua esistenza. "Enter the Void" ruota intorno al rapporto tra fratello e sorella, legati da un'infanzia spezzata da un tragico incidente che viene riproposto in diverse scene cruenti, due vite bruciate dalla droga e la mercificazione del sesso, due temi che hanno sempre ossessionato Gaspar Noé. Le visioni di Oscar sono autentici trip che impegnano svariati minuti di pellicola ed effetti in computer grafica, un vero viaggio verso l'ignoto che ha scomodato in molti interventi il nome di Kubrick e il suo "2001 Odissea nello Spazio".

Manca tutto l'aspetto misterico del film di Kubrick ma la ricerca estetica, sul piano stilistico-visivo "Enter the Void" è una meraviglia, e la fuga attraverso dimensioni spazio-temporali, seppure "drogate", ricordano alcuni frangenti del celebre film di fantascienza, senza contare che anche qui compare un feto, certo in un contesto molto più terreno e brutale. Gaspar Noé affronta il tema della vita (e della morte) a modo suo, distilla nozioni all'apparenza superficiali come Il libro tibetano dei morti, teorizza un fronte agnostico paralizzante e non ha pietà per i suoi protagonisti che vagano soli in un caos di luci e strade. A seconda della sensibilità dello spettatore il grado del coinvolgimento differisce, a una prima lettura è un film che lascia poco, lo stesso titolo poi sembra evocare una vacuità/vuoto di fondo ma è anche uno di quei lavori che rimangono dentro, che ritorna all'improvviso per certe sequenze. Alcuni momenti sono di ipnotica suggestione: l'enorme scena nel palazzo-bordello, visitato stanza per stanza, che si confonde nel plastico visto dal protagonista in un appartamento.

Tit. Originale: "Enter the Void"
Paese: Francia, Germania, Italia, Canada
Rating: 8/10