Estratto dagli archivi segreti della polizia di una capitale europea (1972) di R. Freda

estrattoTit.: Tragic Ceremony
Paese: Spagna/Italia

Film dimenticato dagli stessi amanti del cinema di genere italiano, causa la difficile reperibilità, un gioiello pop-macabro diretto da [[Riccardo Freda]].

Quattro giovani (tre ragazzi e una ragazza) trascorrono piacevolmente una vacanza nei pressi di una località di mare. Una sera rimasti senza carburante si fermano dinnanzi una villa e chiedono ospitalità per la notte. Nelle stanze della grossa abitazione sembra però nascondersi qualcosa di sinistro e pericoloso.

Uno dei film più incredibili del cinema di genere italiano anni ’70, un’opera non-sense e visionaria, che restituisce quella percezione di nostalgia per un’epoca ormai perduta e lontana. Nonostante la trama sia traballante, si possono però intuire richiami a "[[Reazione a catena]]" e "[[La corta notte delle bambole di vetro]]", e complice una sceneggiatura sconclusionata, il film precipita immediatamente in una dimensione "altra", grazie anche alla straniante (ma bellissima!) canzone posta nei titoli di testa composta dallo stesso Freda con il curatore della colonna sonora: il grande [[Stelvio Cipriani]].

I protagonisti sono mezzi-hippies, debosciati che sfruttano la ricchezza di uno di loro che li ospita nelle proprietà del "papi", la prima parte del film è concentrata sui loro caratteri, non succede praticamente nulla, se non delle avvisaglie di allucinazioni poco rassicuranti.

La ragazza del gruppo è la bella [[Camille Keaton]], nota per "[[Cosa avete fatto a Solange?]]" ma soprattuto per il successivo "[[Non violentate Jennifer]]", che non è granchè come attrice ma funziona. Il film subisce una brusca sterzata con l’entrata in scena della deliziosa [[Luciana Paluzzi]] (Lady Alexandra) e dei suoi inquietanti accoliti della villa.

Qui anche il più scafato degli horror-fans non può che rimanere sorpreso per quello che succede (a meno che non si sia informato prima), difatti si assiste a una delle più cruente carneficine splatter del cinema di quegli anni, uno schizzare di sangue e membra che hanno il sapore della pop-art, talmente è esagerata la violenza grafica: una cosa simile in quel periodo la si trova solo nei film giapponesi della serie "[[Lone wolf and cub]]".

In seguito il film cambia ancora direzione, questa volta verso i lidi della ghost-story pura e del gotico (del resto è da qui che viene Freda), si snoda una vicenda di presagi e reincarnazioni, sino a un finale soprannaturale molto bello, rovinato (ma è tutto da dimostrare) da uno "spiegone" conclusivo tra i più deliranti mai visti.

Dialoghi risibili, scene di nudo, una grande colonna sonora, momenti di ingenuità sublime, senza dimenticare l’apporto di [[Carlo Rambaldi]] nel comparto dei sanguinosi effetti speciali, fanno di "Estratto…." una pellicola-delirio imperdibile. [[Luigi Pistilli]] compare solo per pochi secondi, [[Riccardo Freda]] firma il film con lo pseudonimo [[Robert Haptom]]. (Stra)cult.

Rating: 8/10