Insidious: L’Ultima Chiave (2018)

Aggiornato il Gennaio 22, 2018 da Il Guru dei Film

Insidious: L’Ultima Chiave è il quarto capitolo della serie Insidious.

L’esperta medium Elise Rainier riceve una richiesta d’aiuto da un uomo che teme una presenza paranormale nella sua abitazione. Per Elise la questione diviene personale quando scopre che la chiamata arriva dalla casa in cui ha passato l’infanzia …

Tit. Originale: Insidious: The Last Key
Paese: USA
Rating: 6/10

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L’esperta medium Elise Rainier riceve una richiesta d’aiuto da un uomo che teme una presenza paranormale nella sua abitazione. Per Elise la questione diviene personale quando scopre che la chiamata arriva dalla casa in cui ha passato l’infanzia e rivelato per la prima volta il dono di sondare il paranormale, una facoltà legata ad avvenimenti dolorosi per la sua famiglia. Elise in un primo momento rifiuta di recarsi sul posto ma poi capisce che è l’ora di affrontare il passato.

Divenuto il personaggio portante della saga, la medium demonologa Elise Rainier assume ancora più consistenza in Insidious: L’Ultima Chiave, un capitolo ricco di avvenimenti ambientati nel passato che lo rendono il vero prequel della serie. Incuneato tra salti temporali e immersioni in dimensioni oscure, il mondo di Insidious si dilata in un’epopea misterica di non facile comprensione, almeno per chi non ha seguito i capitoli precedenti, verso paure recondite e richiami psicologici. Il panico e l’attrazione per il paranormale si confondono in Elise Rainier che ne diviene un simbolo atipico nel panorama horror, dato che stiamo parlando di una donna ultra 70enne, interpretato dalla ormai familiare attrice Lin Shaye.

Insidious: L'Ultima Chiave - recensione

Lanciata da James Wan, regista dei primi due capitoli, la saga procede con meccanismi ben oliati, senza troppi sussulti, riconoscibile da un pubblico che pare ancora affezionato e ricettivo, per la Blumhouse che produce si prevedono difatti altri episodi all’orizzonte, poco ma sicuro. Insidious: L’Ultima Chiave segue la linea degli altri franchise di scuderia, le serie Annabelle e Ouija, e gioca la carta del prequel. Pur assomigliandosi (un po’ troppo) tra loro, le pellicole prequel della Blumhouse fanno il loro (sporco) lavoro, le ambientazioni vintage negli horror poi sembrano avere un ulteriore fascino. In questo caso si aprono corposi flash-back situati nella provincia americana degli anni 50, un periodo che nell’immaginario ha la raffigurazione della famigliola sonnolenta della allora piccola Elise: la ragazzina tuttavia ha sviluppato il potere inquietante di interagire con le forze oscure dell’aldilà, la cornice di un carcere di condannati a morte in cui presta servizio il padre come secondino non fa altro che aggravare la situazione.

Dai capitoli precedenti torna l’improbabile ma divertente coppia di acchiappa-fantasmi di Specs e Tucker, quest’ultimo è Leigh Wahnnell, produttore della serie Saw ma anche di Insidious: L’Ultima Chiave. I due ghostbusters al servizio di Elise fanno scivolare il tono verso la commedia, aspetto che può infastidire, con ripetute gag simpatiche ma poco in linea con la vicenda pesante di oppressione e violenza. Dirige il poco noto Adam Robitel, fattosi notare con l’horror di debutto The Taking of Deborah Logan (2014), con discreto mestiere e una predilezione per le ambientazioni chiuse e soffocanti, tanto che quando i personaggi vagano nella vecchia casa nei pressi di Five Keys (un nome non a caso), sembra di stare nel recente videogame Resident Evil 7.

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L’anziana Elise Rainier deve trovare la porta d’accesso che apre al dolore e l’angoscia nascosti nella casa ma anche al suo passato sepolto, ancora vivo da qualche parte nella mente. Ci saranno porte da aprire e chiavi da trovare, mentre le rivelazioni più scioccanti sono chiuse dentro a vecchie valigie dimenticate e presenti nella migliore sequenza del film. Insidious: L’ultima Chiave non crede sino in fondo alla variante di una “final-granny” e si rimette in binari più ordinari con l’arrivo di due giovani, bionde e belle figure femminili: Spencer Locke, vista nella serie Resident Evil, e Caitlin Gerard che riserba una piccola sorpresa per la vicenda. I traumi familiari e gli inquietanti spauracchi padroni di un mondo parallelo, saldati da orrori reali e quotidiani, sono gli ingredienti sparsi con sufficiente dovizia per l’ennesima avventura oscura di Elise Rainier.

Sciamano