Wolverine – L’Immortale (2013)

Aggiornato il Luglio 29, 2013 da Il Guru dei Film

wolverine sciamano pUna nuova avventura per il mutante della Marvel Wolverine ambientata in Giappone.

Logan, il mutante con poteri rigenerativi Wolverine, vaga nelle foreste del Canada senza un preciso obiettivo, solo e senza una casa.

La misteriosa e giovane Yukio è giunta dal Giappone per cercarlo e comunicare l’ultimo desiderio del nonno: ringraziare Wolverine per avergli salvato la vita in passato. Con riluttanza Logan si convince a seguire la ragazza in Giappone per esaudire il volere di un uomo, conosciuto in circostanze drammatiche. Ben presto Logan si accorge che la sua presenza è voluta per una ragione ancora poco chiara, una macchinazione che coinvolge sicari della yakuza e temibili guerrieri ninja.

Seconda avventura in solitaria per l’eroe Wolverine del gruppo di mutanti X-Men , nei panni civili chiamato Logan, un nuovo film dopo il tanto bistrattato “X-Men le Origini: Wolverine” (2009) che sterza in una dimensione più cupa e sofferente, ispirato alle storie originali del fumetto Marvel, in particolare al ciclo di Claremont & Miller ambientato in Giappone. Presupposti ideali per il film definitivo su Wolverine, invece bisogna registrare la delusione di un’opera fiacca che non era partita con il piede giusto, il riferimento è il cambio in corsa del regista Darren Aronofsky sostituito da James Mangold. Il passaggio del testimone non è stato indolore, non è dato sapere se l’autore di “The Wrestler” e “Il Cigno Nero” era l’uomo giusto al posto giusto, ma il regista Mangold riesce comunque a farlo rimpiangere con una prova piatta, ordinaria, senza particolari intuizioni. Caratteristiche che si ritrovano in “Wolverine – L’immortale”, un film dove Logan ha pure il tempo per una scena di bacio romantica sotto la pioggia scrosciante (sic!).

Artigli, furore, sangue e violenza, tutti sinonimi che fanno venire in mente solo un nome e un eroe controverso: Wolverine. Il film di Mangold sembra stare alla larga da questo semplice postulato, il buon Logan vaga spaesato per buona parte del film e perde (in parte) pure i suoi super-poteri, il risultato è un personaggio a mezzo servizio che solo una brillante sceneggiatura potrebbe gestire, cosa che qui non accade, un problema dovuto con grossa probabilità al rimaneggiamento della stesura originale di McQuarrie (uscito dal progetto dopo l’abbandono di Aronofsky) e incentrato sullo smarrimento di Logan in Giappone, anche troppo viene da dire, visto che Wolverine si perde in tutti i sensi. Il prologo lascia ben sperare per l’intensità e il senso di dramma, descrive niente meno che l’attacco atomico americano su Nagasaki nel 1945, ma queste sensazioni si interrompono in modo brusco subito dopo, intanto si notano subito gli stereotipi occidentali sul Giappone: dopo pochi secondi arriva l’harakiri di alcuni soldati.

 

wolverine sciamano

E il film prosegue nella sfilza di luoghi comuni, non che la maggior parte del resto dei film americani ambientati in Giappone sia esente, ma “Wolverine – L’immortale” non si fa mancare nulla dell’immaginario (fermo agli anni 90) fatto con lo stampino, quindi sembra di stare in un paese abitato solo da Yakuza e ninja, per rendere le cose più chiare e farsi riconoscere gli Yakuza si spogliano per fare vedere i tatuaggi (mancano solo i cartelli “questi sono Yakuza!”). Le due ragazze locali co-protagoniste del film, la j-pop girl Yukio di Rila Fukushima (la cosa migliore del film) e la più dimessa Mariko di Tao Mokamoto, rientrano in altri cliché collaudati al fianco di Logan. Una terza figura femminile è Viper, una mutante, non contestualizzata e infilata alla meno peggio all’interno della storia, poco importa che provenga direttamente dai fumetti, il personaggio non funziona e sembra sempre fuori posto.

Il film potrebbe riprendere punti sul versante action ma le (poche) scene d’azione sono ordinarie e quelle clou hanno effetti indesiderati: in una scena in cui Wolverine affronta degli Yakuza su un treno in corsa, sembra di stare in un cartone animato (un inseguimento tra Wile Coyote e Beep Beep), inoltre il film brulica di ninja ma, inspiegabilmente (?), gli scontri tra Logan e i guerrieri delle ombre sono assenti, probabilmente tagliati nella versione cinematografica. Sconcertante. Tra i villains si segnala la presenza di Hiroyuki Sanada, grande attore marziale del passato, visibilmente invecchiato (purtroppo), lo rivedremo in “47 Ronin” con Keanu Reeves. Altro rimando ai fumetti è il fantomatico Silver Samurai, legato a un finale rivelatore che non è bene anticipare nonostante sia intuibile almeno un’ora prima nel corso della storia. Hugh Jackman riesce comunque a svettare per bravura, se il film si guarda sino alla fine è anche per merito suo, può fare poco però per salvarlo da passaggi soporiferi e irritanti, molti legati con le visioni di Jean Gray (Famke Janssen) che continuano a perseguitarlo. Scena finale, come prassi, nascosta nei titoli di coda collegata al mondo degli X-Men, nulla di imperdibile, come il film del resto.

Tit. Originale: “The Wolverine”

Paese: USA

Rating: 5/10