Dellamorte Dellamore (1994)

Aggiornato il Novembre 27, 2009 da Il Guru dei Film

Film: Dellamorte Dellamore

Michele Soavi adatta per il grande schermo l’omonimo romanzo di Tiziano Sclavi, il papà di Dylan Dog.

 

 

Francesco Dellamorte, il custode del piccolo cimitero di Buffalora, ha un gran da fare con la strana piaga che colpisce ultimamente i defunti: dopo pochi giorni risorgono come zombi. L’uomo insieme al suo aiutante Gnaghi li riporta verso il sonno eterno centrandoli alla testa a colpi di pistola, un giorno Francesco si innamora di una bellissima ragazza rimasta vedova ma purtroppo anche la giovane rimane vittima del morbo trasformandosi in morto vivente.

Al momento "Dellamorte Dellamore" non solo rimane l’ultimo horror girato da Michele Soavi ("Deliria", "La setta"), forse il migliore regista nel cinema di genere attivo in Italia (suo anche l’ottimo "Arrivederci amore ciao", 2006), ma anche l’ultima pellicola horror italiana di un certo peso a livello internazionale degli ultimi 15 anni, un ulteriore dato che sottolinea l’attuale e catastrofica situazione del cinema fantastico nel nostro paese. Un paio di anni fà il regista ha annunciato un ritorno all’horror con un film intitolato "Catacombs club", di cui però si sono perse purtroppo le tracce.

"Dellamorte Dellamore" non viene recepito bene da una consistente schiera di fans che si aspetta una trasposizione del famoso eroe dei fumetti Dylan Dog, in realtà vengono prese in considerazione le avventure di Francesco Dellamorte, un personaggio inventato dallo scrittore Sclavi nel libro "Dellamorte Dellamore" precedente alla famosa serie a fumetti sull’indagatore dell’incubo. L’equivoco viene accentuato dalla presenza nel ruolo da protagonista di Rupert Everett, il modello di riferimento per le fattezze fisiche di Dylan Dog.

Il regista Soavi, complice Sclavi, gioca ugualmente di riflesso con la figura di Dylan Dog, del resto avendo l’attore di origini inglesi nel cast non poteva essere altrimenti, si accentua cosi il corto-circuito con l’alter ego del fumetto, Everett si cala volentieri nel ruolo che gli calza a pennello, i suoi pensieri malinconici in voce-off denotano un misto di ironia e pessimismo azzeccato che dispensano giudizi lapidari sulla buffa umanità che, prima o poi, finisce sempre nel solito posto: al cimitero. Non si può fare a meno di apprezzare lo sforzo di Soavi nell’infondere alla pellicola una vena grottesca tipica di Sclavi e l’ambizione di comunicare una riflessione sul labile confine tra la vita e la morte. "Dellamorte Dellamore" non è infatti solo un divertente horror ma anche una macabra ballata che parla di solitudine e fragilità.