La Prima Notte del Giudizio (2018)

Aggiornato il Dicembre 7, 2022 da Il Guru dei Film

La Prima Notte del Giudizio è il quarto capitolo della serie.
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La nuova forza politica dei Padri Fondatori ha ottenuto la guida degli Stati Uniti, la nazione colpita dalla crisi economica è minata da povertà e disordini. Non basta la sola repressione per tenere a bada i tumulti, i Padri Fondatori vogliono incanalare tale violenza in una notte di sfogo.

Tit. Originale: The First Purge
Paese: USA
Rating:7/10

La nuova forza politica dei Padri Fondatori ha ottenuto la guida degli Stati Uniti, la nazione colpita dalla crisi economica è minata da povertà e disordini. Non basta la sola repressione per tenere a bada i tumulti, i Padri Fondatori vogliono incanalare tale violenza in una notte di sfogo, circoscritta in un luogo preciso, al fine di testare l’aggressività della popolazione. L’isola di Staten Island viene scelta come il palcoscenico ideale, una zona povera dove scatenare i peggiori istinti degli abitanti che hanno scelto di restare una notte in cambio di denaro.

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Il quarto capitolo della saga è un prequel ambientato nel passato che conduce alle origini del gioco al massacro in cui è piombata la nazione. James DeMonaco dopo avere ideato e diretto i primi tre episodi, lascia la regia ma non arretra in fase di sceneggiatura, ancora più scomoda e provocatoria nei confronti dell’attuale società (americana) sempre più divisa e violenta, riflessa nell’entità di fantasia (ma non troppo) dei Padri Fondatori, una élite di ricchi bianchi arrivati con fermezza al potere ai danni delle classi meno abbienti. Non c’è spazio per i fraintendimenti: i bianchi, per lo più benestanti, sono degli oppressori, i neri e le altre etnie più povere sono feccia sacrificabile, da tenere a bada. Lo schematismo rischia di essere un limite ma è anche la forza de La Prima Notte del Giudizio che finisce nel ristretto e recente club della rinascita di orgoglio nero insieme a Scappa – Get Out e Black Panther

Prima bisognava andare indietro di decenni, ai pionieri della blaxploitation anni 70, per trovare un film di Hollywood in cui non vi è un solo personaggio bianco positivo, ora La Prima Notte del Giudizio spazza via la patina del politicamente corretto, bisogna ammettere una pratica assai diffusa di recente. Nei capitoli precedenti si intuiva chiaro l’intento, ma stavolta il ribaltamento culturale è più sfacciato del solito, visto che l’eroe protagonista è un nero che combatte contro nemici bianchi para-nazisti, il muscolare attore Y’lan Noel è il risoluto leader Dmitri che sostituisce il precedente granitico Leo Barnes di Frank Grillo. DeMonaco sceneggiatore ha il buon gusto di mostrarci un eroe scorretto sino in fondo, dato che Dmitri è un delinquente pericoloso e spietato, caratteristiche che non mancano di essere rivelate. Inoltre per arricchire la vicenda vi sono altri personaggi inquietanti, come lo psicopatico Skeletor, un reietto dei bassifondi di Staten Island che anima la sotto trama della faida che lo vede contrapposto a un giovane spacciatore del posto. Situazioni che permettono di lasciare inalterata l’impronta action della saga, composta da scontri, sparatorie e uccisioni efferate, in questo caso concentrate nella seconda parte dell’opera.

La Prima Notte del Giudizio - Immagine 500

Alla luce dei capitoli precedenti, dove nella notte dello sfogo è legalizzato l’omicidio e la violenza nell’arco di 12 ore, esteso in tutta la nazione, ne La Prima Notte del Giudizio risulta convincente l’approccio iniziale blando e incurante verso una pratica che viene definita come un “test” (sociale). In un primo momento l’omicidio quasi non è contemplato, vi sono addirittura delle feste di piazza mascherate (da cui provengono i costumi visti nel corso della saga) in stile Halloween, ci sarà bisogno di un impulso esterno per scatenare l’inferno. Una condizione semplice ed efficace che sorregge ancora una volta la coesione di una saga “carpenteriana”, basata sulla spettacolarizzazione della brutalità di una società, sempre alla ricerca del controllo e del potere concentrato in mano di pochi. Banalità? Forse, tutto già visto in precedenza? Può darsi, ma di recente nessuno ha messo in piedi con forza un immaginario politico di intrattenimento come ha fatto, nel suo piccolo, DeMonaco, in un paese come gli Stati Uniti sempre sul filo del rasoio per quanto riguarda le tensioni sociali.

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Da vero film blaxploitation la colonna sonora è un martellante incedere hip-hop-rap, colpisce anche i meno avvezzi al genere, forse non quanto l’attrice nera coi dreadlocks Lex Scott Davis che nonostante la bellezza imbarazzante (siamo al top), riesce a essere credibile come attivista battagliera dei poveri di Staten Island, il personaggio diviene presto uno dei protagonisti visto il coinvolgimento con Dmitri. Da notare come il nome dell’agglomerato urbano dell’area di New York in cui si sviluppa la storia, è anche il titolo del primo e poco visto film di DeMonaco. Si tratta dell’ennesima produzione azzeccata della factory Blumhouse che, dopo il successo di Get Out, ha dato il via libera al film diretto dal poco conosciuto Gerard McMurray, regista di colore se qualcuno nutriva dei dubbi, e coinvolto il ben più celebre Spike Lee in un horror previsto per settembre 2018 con un titolo che è tutto un programma: BlacKkKlansman.

Sciamano