Aggiornato il Gennaio 17, 2013 da Il Guru dei Film
Il nuovo film di Tim Burton è in realtà lo sviluppo del secondo corto girato nella sua carriera. Un delicato apologo realizzato in bianco e nero e in stop motion.
Frankenweenie ha lo stesso plot di un corto che nel 1984 un allora ventiseienne Tim Burton consegnò alla Disney che voleva abbinarlo alla riedizione di Pinocchio ma siccome fu classificato con PG (visione consentita ai minori solo se accompagnati) venne poi utilizzato solo per la Gran Bretagna come open act di Baby, il Segreto della Leggenda Perduta.
Dopo molti anni, Burton ha ripreso il progetto e lo ha realizzato secondo i suoi desideri, cioè con un’incantevole stop motion e un affascinante bianco e nero.
Frankenweenie è la storia di un ragazzino innamorato della scienza che ha per unico amico il suo cane Sparky. Quando Sparky muore investito da una macchina è il dramma. Così il piccolo Frank decide di ricorrere alla scienza e riporta in vita il suo cane utilizzando i metodi di Frankstein ma scontrandosi con una realtà poco incline ad accettare un mostro, seppur creato grazie alla scienza.
Frankenweenie è una sorta di guida all’immaginario di Tim Burton e, al tempo stesso, un delicato invito a riflettere sui temi dell’amore, della morte, della tolleranza del diverso.
Ci sono anche le citazioni dell’universo horror da cui ha attinto a piene mani e anche i riferimenti autobiografici legati all’inizio della carriera (Frank mostra ai genitori un filmino sul suo cane …) in questo film che sembra un appello a difendere gli spazi dell’immaginario più poetico.
Paolo Biamonte
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