Fuga da Los Angeles (1996)

Aggiornato il Giugno 18, 2009 da Il Guru dei Film

Film: Fuga da Los Angeles

John Carpenter dirige il sequel del leggendario “Fuga da New York” voluto fortemente da Kurt Russell che riprende il ruolo dell’indimenticabile anti-eroe Jena Plissken.

2013, il prigioniero Jena Plissken (Kurt Russell) è obbligato dal governo USA a penetrare nella città di Los Angeles, divenuta un’isola dopo un catastrofico terremoto, per recuperare un telecomando in grado di annullare l’energia in ogni angolo del mondo trafugato dalla ribelle Utopia, la figlia del presidente. Se Jena non porta a termine la missione un virus iniettatogli nel sangue provocherà la morte istantanea, il temerario fuorilegge giunge in una terra divenuta il rifugio di criminali e reietti in cui spadroneggia il leader Cuervo Jones forte del suo esercito personale.

Il sequel del masterpiece “Fuga da New York” (1981), uno dei migliori film degli anni 80, arriva come un’opportunità per rilanciare la carriera di John Carpenter e dello stesso Kurt Russell coinvolto nella produzione e in fase di sceneggiatura. Il film si rivela un flop, da allora il regista di “La cosa” dirada i suoi lavori con preoccupanti intervalli di tempo, si attende ancora con ansia un ritorno dopo l’ormai lontano “Fantasmi da Marte” (2001), mentre Kurt Russell solo recentemente (“Grindhouse A prova di morte“, 2007) con l’interpretazione di Stuntman Mike riesce a centrare un exploit degno della sua fama.

Fuga da Los Angeles” è un film deludente e inevitabilmente schiacciato se confrontato con il capostipite originale, che emana sotto ogni aspetto la grandezza delle opere definitive e irripetibili, una partita persa in partenza che John Carpenter modella come rilettura ironica-fumettistica senza variazioni o progressioni psicologiche rilevanti: la pellicola più che un sequel è un vero e proprio remake.
La Los Angeles del 2013 rasa al suolo da un terremoto sostituisce la terrificante New York del 1997, l’atmosfera è per lo più ilare e la violenza è solo un aspetto secondario, inoltre vengono incoraggiati gli accenti grotteschi continui che hanno nel personaggio di Cuervo Jones, una sorta di Che Guevara post-moderno (che riprende a sua volta un personaggio di “Distretto 13 le brigate della morte“), e nell’ingenuità del nome Utopia, la figlia del presidente, gli esempi più evidenti.