Fuga da Los Angeles (1996)

Aggiornato il Giugno 18, 2009 da Il Guru dei Film

Le durezze e profondità tipiche di certe opere di Carpenter scompaiono nella rappresentazione di sequenze d’azione che sembrano parodie di film western e la critica allo stile di vita americano ha purtroppo la consistenza della grana grossa, del resto vedere Bruce Campbell (“L’armata delle tenebre“) nei panni di un chirurgo pazzo di Beverly Hills o il presidente macchietta di Cliff Robertson non possono fare altro che strappare dei sorrisi. “Fuga da Los Angeles” vuole essere dissacratorio nei confronti di Hollywood, l’immagine della collina con la scritta omonima in fiamme, ma sortisce l’effetto contrario e viene fagocitato nei meccanismi che lo stesso Carpenter ha sempre condannato e quindi forse è meglio lasciare perdere un’analisi scrupolosa dei sotto-testi e apprezzare l’aspetto “fun” dell’opera.

Film: Fuga da Los Angeles

Fuga da Los Angeles” in fondo è una pellicola che sviluppa certe intuizioni visive nell’utilizzo della computer-grafica e nelle scenografie: nella sequenza in cui Jena cavalca con una tavola da surf un’onda provocata da uno tsunami, insieme all’hippy interpretato da Peter Fonda (“Easy Rider“), vengono anticipate di circa dieci anni le atmosfere che faranno la fortuna del comic-book-movie “Sin City” (2005). La tecnica dei modellini in miniatura, le scene con gli elicotteri, ormai coi giorni contati è deliziosa e ancora spettacolare.
Alcune situazioni sono talmente inverosimili che rimangono scolpite nella mente, si pensi alla divertente sequenza dei tiri nel campo di basket in cui Jena deve battere un’ulteriore corsa contro il tempo e realizzare canestri impossibili, qui compare (non accreditato) appoggiato alla recinzione nel campo Isaac Hayes, il fantastico duca di New York nel film del 1981.

Kurt Russell ha 15 anni in più, non che questo sia una colpa, ma anche il suo Jena sembra più imbolsito del dovuto mentre il carisma per fortuna è lo stesso, si concede numerose e immancabili auto-citazioni: nel prologo ha gli stessi vestiti del “vecchio” Jena, quando si siede in mezzo a una strada devastata oppure le sue battute proverbiali come: “Chiamami Jena”. Il cast è più che interessante, oltre all’italiana Valeria Golino (“Rain man“) che interpreta una sfortunata ragazza, si notano Steve Buscemi (“Le Iene”) nel ruolo dell’infingardo autista Eddie e la splendida quarantenne Pam Grier, rilanciata l’anno dopo da “Jackie Brown” di Tarantino, che si cala nei panni del travestito Hershe.

Un John Carpenter minore nonostante il regista possa contare, questa volta, di un budget consistente (circa 50 milioni di dollari) che segna il percorso futuro di un autore imprescindibile incapace di fare breccia presso il grande pubblico. Il film ha diviso i fans del regista, alcuni in piena smania revisionista lo considerano addirittura superiore all’originale, in molti invece gli riconoscono dei meriti ma non nascondono un certo imbarazzo ogni qual volta viene nominato.

Titolo Originale: “Escape from L.A.”
Paese: U.S.A.
Rating: 6/10