Funeral Party, una black comedy sul caro estinto

Aggiornato il Settembre 21, 2007 da Il Guru dei Film

Funeral Party 

Funeral Party di Frank Oz (In e Out) fa morire dal ridere con un cast straordinario, su tutti, il nano Peter Dinklage, un gigante di bravura.


Durante le esequie del patriarca di una grande e sconclusionata famiglia britannica, uno sconosciuto rivela un oscuro e inconfessabile segreto del defunto. Quello che doveva essere un giorno di raccoglimento si trasforma in una rocambolesca ed esilarante catastrofe.
Si ride da subito, sin dai titoli di testa in cui un ‘animazione muove una bara lungo le strade di una cittadina. Da quel momento è un crescendo di trovate all’insegna delle rivalità familiari, di amori non corrisposti, di mogli petulanti, fratelli sbruffoni, padri prepotenti, rampolli trasgressivi, di confezioni di Valium che contengono allucinogeni, di vecchi zii rompiscatole e di nani inquietanti. Il regista ha girato il film in Inghilterra sposando l’umorismo nero con la pochade e con un esercito di grandi attori, condizione indispensabile per un film corale, dove nessuno deve rubare la scena e tutti devono contribuire al ritmo del racconto. Solo alcuni degli interpreti hanno un volto più familiare: il vecchio zio Peter Vaughan (attivo fin dai tempi di Cane di paglia), il cascamorto Ewen Brenner (Trainspotting), il figlio del defunto Matthew MacFadyen (Orgoglio e pregiudizio) e soprattutto il piccolo di statura e gigantesco in bravura, l’unico americano del cast Peter Dinklage (protagonista di Prova a incastrami). Il regista poi aggiunge un suo piccolo particolare talento legato alla omosessualita’ mascherata che irrompe sulla scena. Ma non è il caso di riverlarla perchè rovinerebbe il piacere della scoperta. Il film è stato premiato dal pubblico all’U.S. Comedy Arts Festival e ha vinto anche il premo del pubblico per i film in piazza all’ultimo Festival di Locarno.