Gli implacabili colossi del karate (1978) di Chung Sun

Aggiornato il Novembre 8, 2007 da Il Guru dei Film

implacabili_colossi.jpgTit. originale: The Avenging Eagle
Paese: Hong Kong

Uno dei classici targati Shaw Brothers, con protagonisti due idoli delle arti marziali del cinema di Hong Kong anni 70.

Chi Ming Sing (Ti Lung) è in fuga dal suo passato, macchiato di crimini e omicidi, verso il deserto, dove spera di seminare i suoi ex-compagni di malefatte (denominati “gli Sparvieri”), che lo inseguono. Stremato dagli stenti viene soccorso da un giovane misterioso (Alexander Fu Sheng), che sembra nascondere la sua identità, ma i due uomini stringono amicizia e si uniscono per affrontare gli Sparvieri, capeggiati dal tirannico Yoh Xi Hung (Ku Feng).

Dietro l’ignobile titolo italiano (tra l’altro, il karate, non c’entra nulla!) della pellicola, si nasconde una gemma del cinema delle arti marziali.

Gli anni ’70 sono la miniera d’oro per i patiti del genere, e soprattuto gli “Shaw Bros. Studios” di Hong Kong, con uno stuolo di registi, attori e coreografi, in quegli anni sfornarono un numero impressionante di film, la maggior parte dei quali tuttora inediti in occidente.

Chung Sun, specializzato più che altro in polizieschi, dirige due degli attori più famosi del periodo: Ti Lung e Alexander Fu Sheng.

Entrambi devono la fama ai film interpretati con Chang Cheh (probabilmente il miglior regista marziale di tutti i tempi): Ti Lung emerge per la sua bellezza e eleganza, Alexander Fu Sheng invece ricopre, all’epoca, il ruolo dell’eroe sbruffone ma simpatico. La sua carriera si interrompe a 29 anni nel 1983 per un incidente mortale in macchina; il vuoto del suo personaggio verrà colmato in seguito dal ben noto Jackie Chan.

Film sulla vendetta, scritto con una certa originalità (si ricorre spesso a dei flash-back), tormentato come le vite dei protagonisti, calato in un’atmosfera drammatica sottolineata da una colonna sonora incombente e minacciosa.

Come spesso accade, vengono utilizzati (poco) i set esterni, e quelli ricostruiti nei teatri di posa sono facilmente riconoscibili per la loro deliziosa artificialità (un vero e proprio marchio Shaw Brothers). Il film, comunque, è essenzialmente un film di kung fu, i combattimenti sono praticamente continui, spettacolari e coreografati da uno dei migliori specialisti, Tong Gai, che sciorina grandi momenti di tecnica e dinamismo.

Chung Sun ci mette del suo, si sbizzarrisce in ralenty pazzeschi e fermi-immagine che ricalcano, senza troppo sfigurare, i modelli di Chang Cheh e Peckinpah.

I protagonisti, tra l’altro, utilizzano armi sia classiche che bizzarre come il bastone a tre snodi di Ti Lung, le doppie lame di Alexander Fu Sheng nascoste nelle scarpe (!!), i magli di metallo a forma di artigli di Ku Feng (memorabile attore specializzato nel ruolo di villain).

Fantastico finale, che riserba anche una (brutta?) sorpresa. Brutto e rovinato il master tv italiano del film, meglio recuperare il dvd della Celestial. Imperdibile.

Rating: 9/10