Aggiornato il Maggio 21, 2008 da Il Guru dei Film
Paese: Italia
Sconvolgente film tratto dal best-seller omonimo di Roberto Saviano che si immerge nel mondo feroce e disumano della malavita organizzata: la camorra.
In alcune zone del napoletano la camorra gestisce svariati interessi che spaziano dallo smaltimento illegale di rifiuti tossici, alla contraffazione di capi d’abbigliamento passando, soprattuto, per il traffico di droga che devasta le periferie sconvolte da faide interne, segnate da sanguinose rese di conti che non sembrano avere fine.
L’assuefazione che accompagna, solitamente, la notizia di un omicidio di camorra al telegiornale (cifre vertiginose: circa 4.000 vittime in 30 anni) può essere forse smossa dal nuovo film di [[Matteo Garrone]] (classe 1968), un’opera shock che rappresenta un brusco risveglio per chi ha sempre cercato di allontanare lo sguardo da certe problematiche che non riguardano solo un territorio circoscritto (la Campania) ma l’Italia intera ed anche, purtroppo, anche qualcosa di più, dato che "Gomorra" è una metafora applicabile a diverse realtà mondiali.
Impossibile fare paragoni con opere italiane recenti, "[[Gomorra]]" azzera più di un decennio di fiction-tv beota, con una forza realistica stupefacente, tanto che sembra di assistere a un documentario in presa diretta più che a un vero e proprio film, questa caratteristica è dovuta anche alla consulenza di ben sei sceneggiatori differenti, tra i quali gli stessi Garrone e [[Saviano]] (per i pochi che non sanno: l’autore vive sotto scorta già da due anni per la sua "pubblicità" non gradita).
Dal libro originale sono stati scelti alcuni episodi emblematici, non è quindi una fedele trasposizione, anche se rimane ben presente la cosa più importante: lo spirito di denuncia di fondo. La trama non ha uno svolgimento preciso, con una sinuosità circolare abbraccia un mondo terrificante abitato da personaggi variopinti e di età differenti, smossi dalla ricerca del denaro che non basta mai e che diviene il fulcro per una ragnatela di rapporti interpersonali, basati sul ricatto e il sospetto, che il più delle volte finisce in tragedia.
Lo sguardo è puntato sulla base piramidale della malavita camorristica, il linguaggio è in slang/dialetto napoletano che dei (necessari) sottotitoli traducono, non vi è alcuna empatia particolare per i protagonisti che, anzi, appaiono per lo più sgradevoli e impegnati nelle più losche attività. Il personaggio più riconoscibile è [[Toni Servillo]] ("[[La ragazza del lago]]", "[[Il divo]]"), come al solito ottimo, nel ruolo di un impunito imprenditore (di facciata) che gestisce le discariche in cui vengono gettati rifiuti tossici. La storia più "cinematografica" è quella però dei due scugnizzi che tentano la scalata per diventare dei boss, con in mente la figura mitica di Tony Montana/[[Al Pacino]] in "[[Scarface]]"(1983), emulato nella scena all’interno di una villa abbandonata (può sembrare incredibile ma l’abitazione esiste veramente: un boss locale chiamò un architetto per costruire una casa uguale a quella del film di [[Brian De Palma]]).
Altrettanto riusciti i segmenti con protagonisti il sarto, conteso dalla camorra e i cinesi (un altro filone: il lavoro nero, ecc.), e il ragazzino che si aggira nel degradato quartiere Le Vele (nella sua decadenza rimane una location unica) di Secondigliano, con incarichi di staffetta e un’infanzia segnata dalla violenza (basti la sequenza della "prova" del giubbotto anti-proiettili).
Garrone ("[[L’imbalsamatore]]", "[[Primo amore]]") mostra una lucidità sbalorditiva nella sua cruda rappresentazione (gli omicidi sono davvero impressionanti), coglie le sfumature di ogni personaggio (anche secondario) e si stenta a credere che in fondo è solo un film quello che vediamo scorrere, gli attori sono in stato di grazia e la colonna sonora, composta da cantanti neo-melodici napoletani, non fa altro che sprofondare "Gomorra" nel realismo più estremo. Presentato a Cannes tra gli applausi, con la speranza che diventi un fenomeno di risonanza internazionale, campione d’incassi in Italia. Ignorare quest’opera è follia.
Rating: 9/10