Arti marziali splatter dal Giappone.
Giappone, in un prossimo futuro post-atomico la giovane Milly è in cerca di vendetta dopo avere visto uccidere brutalmente il marito e il figlio in fasce.
La ragazza è salva per miracolo grazie a un prodigioso intervento chirurgico che ha sostituito alcuni organi interni con parti meccanizzate.
Il nome di Yoshihiro Nishimura è da tenere bene in mente, forse è ancora presto, ma fra qualche tempo si parlerà di lui per definire meglio l'horror giapponese degli ultimi anni: il make up artist più splatter della terra è il comune denominatore di titoli come "Meatball Machine", "The Machine Girl", "Tokyo Gore Police", solo per citare quelli più famosi. La sua arte è visibile anche in "Hard Revenge Milly: Bloody Battle" e nel precedente "Hard Revenge Milly", i capitoli di una mini-saga che sposta le coordinate verso le arti marziali. La premessa è che siamo nei territori delle piccole produzioni, pochi soldi ma tanta inventiva ed energia, come ai tempi di "Versus", pellicola indipendente del 2000 che ha fatto da sparti-acque e modello di riferimento in tutto il decennio successivo.
Se siete in cerca di una storia complessa e personaggi sfaccettati questo film non fa per voi, se cercate ultra violenza, sangue a spruzzo, arti marziali vertiginose con innesti fantascientifici rimanete sintonizzati sull'opera scritta e diretta da Takanori Tsujimoto. Le scenografie sono molto scarne e riguardano insediamenti (post)industriali, inframezzati da brevi fondali in campo lungo che ritraggono un Giappone devastato e desertico, la protagonista però si tratta bene e si sposta lungo le strade con un Porsche Cayenne completamente impolverato. Nei titoli di testa si intravedono veloci flash-back riguardanti il capitolo precedente, in particolare il massacro della famiglia di Milly e la sua veloce vendetta, con gente fatta a pezzi e neonati bruciati vivi, in questa nuova avventura cambia qualche fattore ma non il risultato, sempre della ricerca di vendetta si tratta. La storia è accessoria ai combattimenti e al sangue che scorre copioso.
Una variante è rappresentata da una ragazzina che cerca l'assassino del suo fidanzato, un povero idiota fatto a pezzi nel capitolo precedente, e l'aiuto di Milly senza sapere che è proprio quest'ultima ad aver ucciso il suo amato. La ragazzina è Nao Nagasawa, una pin up con un fisico e un visino da sballo. Miki Mizuno interpreta Milly senza mai perdere un'aria imperturbabile e seria, da vera eroina dura e pura, la protagonista nasconde una lama retrattile lungo il gomito e si affida a una gamba modificata, con una canna da fucile interna nelle carni, che le permette di sparare piegando le ginocchia, ricorda la Cherry Darling di "Planet Terror" ma qui l'effetto è molto più delirante e cyberpunk, visto che per ricaricare i colpi deve schioccare bene l'arto. Non solo, lungo la zona del torace nasconde al suo interno uno sciame di sibilanti e taglienti protuberanze che fanno a fette gli avversari.
Il piatto forte rimangono i combattimenti a base di splatter vecchia maniera con manichini in lattice, protesi e liquidi veri, gli effetti digitali sono davvero ridotti all'osso, in favore di esplosioni di sangue e corpi dilaniati che imbrattano l'obiettivo con esiti spettacolari e furibondi. Anche le coreografie degli scontri sono fantastiche e amplificate da uno stile di regia funambolico, con la telecamera sempre in movimento addossata ai personaggi, seguiti in ravvicinati tagli di inquadrature con un montaggio che non conosce tregua. Ogni sparatoria e colpo inferto sono ripresi in maniera differente, Milly si apre la strada con una spada e brandisce anche un nunchaku tecnologico spara-proiettili con mirino agli infrarossi. Molto veloce, dura circa un'ora e un quarto, con personaggi folli e una serie di combattimenti di una violenza assurda, esagerata ma anche per questo molto divertente. Nella speranza di un terzo capitolo, magari con più soldi e di maggiore respiro. Inedito in Italia.
Tit. Originale: "Hard Revenge Milly: Bloody Battle"
Paese: Giappone
Rating: 7/10