Hitman – è la donna il tallone d’Achille del super killer

Aggiornato il Dicembre 7, 2007 da Il Guru dei Film

Hitman

L’adattamento del celebre video gioco ha per protagonista l’Agente 47, una macchina da guerra senza passato specializzato in omicidi su commissione e vittima di un complotto che coinvolge il presidente della Russia. La sua unica debolezza: una donna.


Hitman è l’ennesimo contributo dell’universo dei video giochi all’immaginario cinematografico. Ma è qualcosa di più dell’adattamento di un celeberrimo prodotto per la consolle. E’ infatti un film girato sui personaggi, anche se poi del videogioco conserva il ritmo, il condensato d’azione e le assurdita’. Protagonista è l’Agente 47 (Timothy Olyphant), un orfano cresciuto dall’Agenzia, un’organizzazione ‘conosciuta da tutti i governi’ specializzata in omicidi su commissione. L’Agente 47 è una macchina da guerra che non fallisce mai le sue missioni. Un uomo addestrato a ogni possibile tecnica di offesa e di difesa e cresciuto per stare da solo e al riparo dalle umane debolezze. Quando sarà chiamato a uccidere Belicoff (Ulrich Thomsen), moderato presidente della Russia, scoprirà che esiste un elemento capace di far breccia nella sua corazza. Guarda caso si tratta di una donna, Nika (Olga Kurylenko), una prostituta tenuta in schiavitù da un re della droga che è anche il fratello del presidente russo e che si mette completamente a disposizione del nostro eroe, fino a dipendere completamente da lui, con tutto il carico della sua desolata solitudine. Le cose si mettono male per tutti e due quando l’Agente 47 porta a termine la sua missione. Anzi: crede di farlo. Perché praticamente subito dopo il supposto omicidio Belicoff ricompare in pubblico. L’Agenzia l’ha tradito e ora l’Agente 47 e Nika sono ricercati sia dall’Interpol che dai servizi russi. Il che genera sparatorie, inseguimenti, salti nel vuoto, trappole tecnologiche e tutto l’armamentario adrenalinico di un action movie di questo genere. A rendere il tutto intrigante è proprio il personaggio principale, la sua vita senza un’infanzia, la sua mancanza di un vero nome, il suo addestramento a essere totalmente autosufficiente. Quando incontra Nika è addestrato a difendersi da lei ma non puo’: lei non ha aiuto, ha bisogno di tutto, anche lei e’ una vittima. In più sullo sfondo c’è un bell’intrigo all’ombra della politica russa. Il resto è adrenalina da joy pad. Una sola domanda: ma siamo sicuri che se voi foste un assassino che ha commesso più di 100 omicidi in sei continenti con l’assoluta necessità di passare inosservato vi rasereste i capelli a zero lasciando bene in vista il codice a barre tatuato sul cranio?
Paolo Biamonte