Hostel 2 – Edwige professoressa horror

Aggiornato il Giugno 22, 2007 da Il Guru dei Film

film: hostel: part IILa Fenech è la special guest del nuovo film di Eli Roth prodotto da Quentin Tarantino. Si ripete lo schema del primo titolo con la variante che le vittime dell’ostello degli orrori sono ragazze.

Per il pubblico maschile dai 30 e qualcosa ai 50 anni la cosa più bella di Hostel 2, ultima prova della nuova star dell’horror, Eli Roth, è la presenza di Edwige Fenech, in un ruolo di professoressa che è un dichiarato omaggio al suo culto di regina della commedia pruriginosa italiana Anni ’70. La sua presenza è un regalo che si è fatto Quentin Tarantino, che essendo cresciuto dentro una videoteca piena di B-movie e avendo più di 40 anni, ha sviluppato per la Fenech la stessa passione onanistica che unisce trasversalmente l’Italia come solo il calcio può fare.
Quanto al film il discorso è stato fatto più volte. Per non ripetersi si può usare il non originalissimo paragone con il trash metal di gruppi come Slayer o Stone Sour ascoltati la scorsa settimana nella prima e unica giornata dello sventurato Heineken Jammin’ Festival di Mestre. Si tratta di un genere per fan, di una musica rigidamente incanalata in schemi che non prevedono variazioni e dove non esistono dinamiche o modulazioni melodico-armoniche. Si suona a una velocità forsennata, non esistono le pause (che, è bene ricordarle, sono musica quanto le note) ne’ gli assoli e per la dinamica esiste solo il fortissimo. Una roba che taglia fuori chi non è un fan risultando insopportabile. Ma è indiscutibile che generi un mercato floridissimo e scateni passioni fin troppo accese (basta pensare che in più di un’occasione protagonisti di crimini legati al satanismo, comprese le Bestie di Satana, hanno indicato negli Slayer la loro fonte di ispirazione).
A parte il legame storico, quasi genetico, che esiste tra l’horror e il metal, per film come Hostel vale lo stesso discorso. La new wave del genere – che viene chiamata lo Splat Pack (il Rat Pack era il clan di fedelissimi di Sinatra) – ormai punta tutto sulle scene di torture, evisceramenti, decapitazioni e similia. La trama e, soprattutto l’intreccio, contano poco. Tanto per dire: chi ha già visto il primo Hostel sa gia’ cosa aspettarsi da questo secondo capitolo che ne ricalca lo schemo. Nel primo a finire nell’ostello degli orrori di Praga erano dei ragazzi americani in cerca di conquiste sessuali. Qui invece le vittime sono tre ragazze ma lo schema non cambia. L’unica possibile variante in quesi film è l’ironia che dovrebbe stemperare il fiume di sangue e budella che aggredisce lo spettatore. Il fatto è che i registi, Eli Roth compreso, hanno come obiettivo spostare sempre un po’ piu’ avanti l’orrore e l’efferatezza dei massacri. E’ questo che conta in un film come Hostel 2. Prendere o lasciare.
Paolo Biamonte