Il buono, il brutto e il cattivo: un dietro le quinte inquietante

Aggiornato il Ottobre 16, 2014 da Il Guru dei Film

Quando si parla di Sergio Leone e dei suoi film sembra difficile, se non impossibile, aggiungere qualcosa a quanto già noto.

 

 

Il regista romano, genio degli ‘spaghetti western’, ha infatti inventato un genere che ha influenzato e continua ad influenzare l’intera cinematografia mondiale: non a caso, le sue pellicole continuano a riscuotere successo e a fare ascolti ogni volta che vengono trasmesse in tv.

Persino il popolo di Twitter si è mostrato entusiasta di fronte all’ennesimo passaggio televisivo de Il buono, il brutto e il cattivo, intasando il social network di complimenti e definendo il film “il miglior western di sempre”.

La pellicola, girata nel 1966 e interpretata da Clint Eastwood, Eli Wallach e Lee Van Cleef, nasconde però un retroscena inquietante e mai il classico paragone dello ‘scheletro nell’armadio’ è stato più azzeccato.

Per girare la scena del cimitero, infatti, la troupe si diede moltissimo da fare. Lo scenografo Carlo Leva, aiutato da una sqadra di scenografi spagnoli e italiani, si impegnò e non poco per rendere il cimitero reale. Leone apprezzò molto il suo lavoro, ma sul set gli ricordò di usare ossa vere per le tombe aperte che si intravedevano nella scena. Leva andò così alla ricerca di uno scheletro, chiedendo prima alle autorità e ai medici locali e finendo poi con l’affittare le ossa di una donna. Un decoratore gli rivelò infatti che un’attrice aveva lasciato disposizioni affinché il suo corpo venisse usato anche dopo la sua morte per “recitare”. Leva chiese dunque alla figlia della donna di affittare lo scheletro. Chissà cosa ne penserebbe la signora del fatto che ora appare in uno dei film western più famosi di sempre nei panni di Arch Stanton?

by funweek.it/cinema