Il Cecchino (2012)

Aggiornato il Maggio 10, 2013 da Il Guru dei Film

il cecchinoMichele Placido si trasferisce in Francia per dirigere un teso polar.
Il commissario Mattei prepara con la sua squadra un piano per catturare una pericolosa banda di rapinatori, l’operazione finisce nel sangue per l’intervento di un  cecchino che abbatte diversi agenti. Mattei non molla nonostante il fallimento, una soffiata sembra portarlo sulla strada giusta ma è solo l’inizio di violenze e vendette.

Presentato al Festival di Cannes del 2012, “Il Cecchino” è una co-produzione tra Francia, Italia e Belgio, un film che segue la bella prova di “Vallanzasca – Gli angeli del Male” (2010) del regista Michele Placido divenuto, in questi ultimi anni, il migliore regista action italiano in circolazione. La pellicola passa inosservata nel grande circo della distribuzione, senza alcun richiamo o pubblicità, nell’indifferenza anche di chi si lamenta del mal ridotto cinema di genere nostrano. In poche parole un suicidio produttivo, un vero peccato dato che “Il Cecchino” non è lontano dai celebrati “36 Quai Des orfèvres” o “Il Profeta”, del primo spartisce anche lo stesso protagonista: Daniel Auteuil. Placido  ci va giù pesante con la violenza e non ha paura di affrontare una storia anche troppo sovraccarica di snodi narrativi, che hanno (almeno) il merito di vivacizzare la classica fuga di una banda di rapinatori.

L’azione si concentra a inizio e fine pellicola, nei primi minuti viene allestita una bella sparatoria nelle vie di Parigi sotto i colpi mortali di un cecchino ripreso in modalità “sniper”, tra sgommate di macchine, incidenti e inseguimenti a piedi. Da quanto tempo un regista italiano non metteva in scena un simile concentrato di azione e adrenalina? ormai l’italiano medio preferisce da anni la fiction di Rai1 in prima serata, accomodante e soporifera. L’incipit delinea il tono cupo e teso dell’intera vicenda mentre emerge la sua frammentarietà, con troppi personaggi e suggestioni messi sul piatto. Si ha la sensazione che qualcosa manchi all’appello, molte scene sembrano tagliate di interi minuti, ecco emergere delle perplessità che rendono “Il Cecchino” un’opera incompiuta.

 

il cecchino

Placido però ci crede e non molla mai l’incedere intenso presente in ogni sequenza, anche il cast lo aiuta a partire dal solito (per il genere) Daniel Auteuil, il commissario Mattei, un agente che nasconde un passato doloroso legato alla perdita del figlio in Afghanistan (una delle tante sotto-trame poco sviluppate). Il suo nemico è il cecchino del titolo interpretato dall’attore/regista Mathieu Kassovitz, in questo caso ottimo, un glaciale killer che ha dei risvolti umani votati alla tragedia, come nel caso del rapporto con la sua ex donna. Vi è anche un terzo incomodo con il volto di Olivier Gourmet, il personaggio più inquietante, all’inizio sembra solo un comprimario in seguito giganteggia per cattiveria e opportunismo.

Fanno la loro bella figura anche gli italiani Luca Argentero, lo zingaro ferito della banda, e la sua donna interpretata dalla figlia del regista Violante Placido. Lo stesso Placido si concede una piccola comparsa. Più vicino al cinema francese, “Il Cecchino” si inserisce nella tradizione polar dei regolamenti di conti e violenza spietata. Non mancano crude esecuzioni, personaggi sofferti, virate improvvise in scenari horror (donne nude che corrono nei boschi) e un gran finale ancora una volta al centro del mirino, bello teso come l’intero film. In attesa di una versione integrale, intanto quella presentata nei cinema ha il pregio di essere veloce e ficcante, di soli 89 minuti.

 

Tit.originale:”Le Guetteur”
Paese: Francia/Belgio/Italia
Rating: 7/10