Il Settimo Sigillo (1957)

Aggiornato il Marzo 3, 2011 da Il Guru dei Film

Il Settimo SigilloLa più famosa partita con la Morte della storia del cinema.

Il cavaliere Block ritorna dalle crociate insieme al fidato scudiero, ad attenderlo sulle spiagge amiche uno strano essere ammantato di nero: è la Morte. Block chiede tempo al temibile personaggio e lo sfida a una partita a scacchi, utile per allontanare il fatale destino e percepire un segnale dal Dio per il quale ha combattuto in terre lontane. Il paese intanto è attraversato dalla peste che incombe mortale in ogni luogo.

Di solito si tende a scomodare trattati filosofici e tematiche religiose per affrontare il mirabile "Il settimo sigillo", come è logico e giusto che sia visto anche il titolo dal riferimento biblico, si può però anche insinuare che il film di Bergman rientra nei canoni del genere fantasy(dark) con pronunciati inserti horror, gli stessi riconoscibili in pellicole successive come "Il grande Inquisitore" (1968) o il recente "Black Death" (2009). L'avventura inoltre si snoda come un "on the road", attraverso i territori scandinavi nel medioevo oscuro colpito dalla peste, un viaggio simbolico in cui emerge da subito la tetra figura del cavaliere Block, un giovane Max Von Sydow, sempre più distaccato dagli accadimenti terreni dopo l'incontro con la Morte, apparsa con sembianze umane su una spiaggia: il volto bianco, semplice, folgorante, quello di Beng Ekerot, risaltato da un mantello nero con cappuccio, divenuto immagine iconica dell'evento più temuto dall'uomo.

L'avvicinarsi del precipizio sull'abisso dell'ignoto, incombenza che colpisce ogni essere vivente, attanaglia il cavaliere Block, sgomento di fronte al silenzio di Dio il quale richiede una fede che non è corrisposta da eventi tangibili e di giustizia. Una sensazione che si ripete in ogni epoca e singola vita, qui magnificata da una fotografia in bianco e nero straordinaria, dai toni lugubri e minacciosi nonostante non manchino personaggi solari, la famigliola di saltimbanchi, incuranti della presenza maligna del decadimento, un attore-comico con moglie e figlioletto che regalano dei brevi ma intensi momenti di serenità (la colazione sul prato) all'incupito Block. La crudeltà nera del destino lancia i suoi strali con l'arrivo della peste ma si manifesta anche nella cieca superstizione, i cadaveri sono abbandonati lungo le strade e giovani donne sono accusate di stregoneria. Il cavaliere Block si accompagna a uno scudiero, lontano dai disagi spirituali del padrone, un uomo d'azione segnato da una cicatrice che gli divide la fronte, anch'egli testimone dell'imprigionamento di una ragazza creduta una strega, una vittima presente in due scene (a inizio e fine film) intense e toccanti, l'estrema conseguenza degli uomini sicuri di assecondare un Dio assente, evocato in processioni con persone flagellate e schiacciate da croci enormi, viste in altre sequenze di notevole impatto (horror)grafico.