Imago Mortis (2009) di S. Bessoni

Aggiornato il Gennaio 21, 2009 da Il Guru dei Film

Film: Imago Mortis
Una co-produzione tra Italia, Spagna e Irlanda per il nuovo horror di Stefano Bessoni che affronta i cruenti esperimenti dell’alchimista Girolamo Fumagalli, l’ideatore della "Thanatografia".


Nel 1600 lo scienziato Girolamo Fumagalli scopre che prelevando i bulbi oculari di una persona uccisa è possibile riprodurre su una particolare pellicola l’ultima immagine fissata sulla retina della vittima. Dopo circa quattro secoli l’apprendista regista Bruno sembra l’unico a capire che nella sua scuola di cinema qualcuno è tornato ad uccidere con il thanatoscopio, il marchingegno inventato da Fumagalli, il ragazzo inoltre é colpito da allucinazioni spaventose di un giovane morto che non conosce e sembra volergli indicare qualcosa.

Stefano Bessoni, classe 1965, approda con "Imago Mortis" in una produzione importante dopo una lunga gavetta come filmaker nel circuito indipendente, dove debutta con il lungometraggio "Frammenti di scienze inesatte (2005), anche se la passione iniziale é il disegno che lo porta a collaborare con Pupi Avati per "I cavalieri che fecero l’impresa" (2001) in cui si occupa degli storyboards. Le illustrazioni che compaiono in "Imago Mortis", nel film composte dal protagonista, sono opera dello stesso Bessoni.

Il film ha subito una lunga gestazione, circa cinque anni, in cui il soggetto firmato da Bessoni è stato rimaneggiato più volte da diversi sceneggiatori tra i quali il cult-director Richard Stanley ("Hardware", "Demoniaca"), il risultato è una storia stravagante ma poco incisiva per via di alcuni passaggi poco chiari e una regia attenta più che altro a soluzioni visive di un certo impatto e alla ricerca di suggestioni atmosferiche inquietanti adatte per il teatro della vicenda, la vecchia scuola di cinema intitolata a Murnau (il regista di "Nosferatu", 1922).

"Imago Mortis" manca di una tensione costante ma porta comunque l’impronta del regista che si prefigge di costruire una favola nera sull’ossessione dell’immagine e il concetto di "sospendere" la morte tramite fantasiose invenzioni. La figura fittizia dell’alchimista Girolamo Fumagalli (interpretato dal caratterista Franco Pistoni) viene evocata in un contesto di meta-cinema nel finto film rinvenuto nell’archivio della scuola in cui vengono mostrati i diabolici esperimenti dello scienziato che, per sfortuna delle sue vittime, si dimostrano reali in una bella sequenza che richiama la pittura fiamminga di Rembrandt e la sua "Lezione di anatomia". L’influenza principale è comunque l’autentico Athanasius Kircher, filoso esoterico del 1600, uno dei primi sperimentatori sulla riproduzione delle immagini, nel corso della pellicola viene citata anche una sua opera: l’ "Ars Magna lucis et umbrae".

"Imago Mortis" ricorda da vicino i recenti horror spagnoli anche per la presenza di Geraldine Chaplin, vista da poco in "The Orphanage" di Bayona, che colpisce ancora una volta per il viso scarno e forte personalità. In questa occasione l’attrice divide la scena con la figlia Oona Chaplin che interpreta la giovane Arianna, la compagna di Bruno, il tormentato protagonista che ha il volto dell’iberico Alberto Amarilla ("Mare dentro"). In molti si sono accorti che l’accorgimento riguardante l’impressione delle immagini sulla retina era già stato proposto da Dario Argento in "Quattro mosche di velluto grigio" (1971), il maestro del brivido è richiamato anche in altre occasioni: una donna si chiama Nicolodi (Daria Nicolodi, attrice e compagna di Argento dei tempi d’oro), l’impianto della storia che ruota intorno ad un misterioso complotto nascosto tra le mura di una vecchia scuola ricorda il mitico "Suspiria" (1977), una delle amiche di Bruno è l’attrice di origini orientali Jun Ichikawa apparsa nell’ultimo film di Argento ("La terza madre", 2007).

"Imago Mortis" conta di un’ottima e lugubre fotografia di Arnaldo Catinari ("Nero bifamigliare", "H2 odio") e di una colonna sonora piuttosto chiassosa ma efficace nei momenti più tesi, un’insolita caratteristica della pellicola è l’incertezza temporale in cui si svolgono gli avvenimenti in quanto non compaiono apparecchi tecnologici moderni come telefonini e computers né tanto meno vengono inquadrati particolari automezzi.

Opera interessante e molto ambiziosa questa di Bessoni, accompagnata da una discreta distribuzione su tutto il territorio italiano, non pienamente riuscita anche se non si può fare a meno di apprezzare l’approccio poco commerciale e un certo tocco d’autore. Non rappresenta ancora un rilancio in grande stile, se mai ci sarà, dell’horror italiano ma é già un piccolo passo in avanti.

paese: Italia/Spagna/Irlanda
rating: 6/10