Aggiornato il Novembre 12, 2014 da Il Guru dei Film
L’odissea spaziale diretta da Christopher Nolan con protagonista Matthew McConaughey.
In un prossimo futuro la Terra è colpita da una carestia delle piantagioni che minaccia in modo irrimediabile la razza umana …
Cooper, ex pilota spaziale, vive con i due figli in una fattoria ma ancora non è consapevole del destino che lo attende. Dopo avere scoperto, tramite l’adorata figlia Murph, una strana indicazione di misteriose coordinate, raggiunge una base segreta della Nasa che gli affida un’ultima missione verso lo spazio: trovare un nuovo mondo abitabile dove poter fare rinascere la speranza del genere umano. Cooper accetta per la disperazione della piccola Murph.
L’anima di Christopher Nolan si dischiude in un film che molti hanno interpretato come il meno “nolaniano” nella carriera del regista, pur sempre restando dentro a incastri di sceneggiatura complessi, si svelano con Interstellar sensazioni inedite, meno fredde e più emozionali collocate in scenari grandiosi e affascinanti . Dopo i fasti della serie Batman, anche troppo sopravvalutata e diciamolo una volta tanto, Nolan ritorna nei territori forse a lui più congeniali, quelli della fantascienza (Inception) e dell’illusione (The Prestige), con un film monumentale che denota la smodata ambizione ma anche un rispetto e amore per il genere quasi commoventi. Inizialmente previsto per la regia di Spielberg, e dato gli elementi in gioco si percepisce la ragione, Interstellar viene inglobato per intero da Nolan che lo trasforma in un concentrato di slanci autoriali e concessioni spettacolari per il grosso pubblico.
In Interstellar c’è davvero dentro di tutto, un flusso magmatico che ha nel futuro dell’umanità il fine ultimo, una possibilità tenuta viva solo con l’unica forza e estensione primaria a noi conosciuta: l’amore. Cadere nel ridicolo della retorica è quindi facile ma “Insterstellar” mostra aspetti scomodi, come la forma di egoismo che spinge i suoi protagonisti, le scelte vitali prese a seconda di un calcolato tornaconto e rivolto prima alle persone più care piuttosto che all’intera razza umana. Interstellar non scivola nella banalità, nonostante diverse linee di dialogo discutibili, e riesce a fare emergere con forza il rapporto cardine che trascina tutta l’opera, quello tra il padre del coraggioso pilota Cooper di McConaughey, da un paio d’anni (all’incirca da “Killer Joe”) sempre più straordinario e convincente, e la figlia interpretata nelle diverse fasi della sua vita dalle ottime Mackenzie Foy e Jessica Chastain. Un’intesa toccante, tra le sequenze più belle del film il momento della lettura dei video-messaggi, che ha la controindicazione di lasciare sullo sfondo Tom, l’altro figlio di Cooper, e Nolan non ha paura di metterlo in conto, un aspetto forse ingiusto e sgradevole ma profondamente umano e veritiero.
Nolan non può fare a meno di confrontarsi con il sommo Kubrick di 2001 Odissea nello Spazio, sia per le dichiarazioni d’intenti e le tematiche, una questione che nel film viene affrontata con una serie di richiami, talmente tanti che si potrebbero ritenere eccessivi, eppure funzionali e con risultati eccellenti: dalla colonna sonora di Zimmer, vero motore interno di “Interstellar”, la migliore del compositore, alla forma circolare della Endurance, l’astronave che richiama il design del film di Kubrick, non ultima la sequenza del salto nell’iper-spazio. L’omaggio/citazione più bello restano i robot (leggasi intelligenze artificiali) Tars e Case che non sono altro che la versione del monolite nero Kubrickiano con le fattezze robotiche. Un’intuizione geniale che non cade nella tentazione di renderli una minaccia (abusata nel genere) per i protagonisti, Tars e Case sono affidabili collaboratori, tra l’altro coinvolti in diverse scene spettacolari.
In Interstellar si aprono baratri sulla disquisizione del paradosso spazio-temporale che Nolan, sempre accompagnato dal fratello Jonathan in fase di sceneggiatura, sfrutta sulla base di un soggetto del fisico teorico Kip Thorne intorno alla gravità e l’astrofisica. Il film tende a perdersi nell’esposizione sullo schema del trascorrere del tempo nei diversi luoghi dell’universo, ma quando si infilano dentro Wormhole, buchi neri, zone penta-dimensionali e gente che invecchia in maniera differente a seconda del pianeta visitato, è inevitabile, con il rischio concreto di provocare un senso di smarrimento nello spettatore che fatica a mettere i pezzi insieme. Il lungo finale però ristabilisce gli equilibri e mantiene sempre alta la tensione, grazie anche a trovate originali che forse faranno discutere ma che difficilmente si dimenticano. Interstellar resta un film di fantascienza pieno di sequenze grandiose, girate con perizia tecnica e un senso del realismo paragonabile solo al recente Gravity: la partenza iniziale con il conto alla rovescia è la migliore mai vista nel suo genere, tutta la parte sul pianeta oceanico è semplicemente impressionante, la sequenza dell’agganciamento al vettore Endurance è mozzafiato per tensione e spettacolo visivo. Nel cast gli ormai abituali e fedeli Michael Caine e Anne Hataway compongono un’altra coppia speculare di padre-figlia, mentre Matt Damon è il protagonista di una sotto-trama che impreziosisce la già consistente vicenda principale. Con i complementari Edge of Tomorrow, Godzilla, Guardiani della Galassia, il film di Nolan rende il 2014 un anno memorabile per la fantascienza.
Tit. Originale: Interstellar
Paese: USA
Rating: 8/10