Io & Marley è il film che David Frinkel (Il diavolo veste Prada) ha tratto dall’autobiografia del giornalista americano John Grogan che raccontando la storia divertente ma dal finale da lacrime e fazzoletti del suo rapporto con un cucciolo di Labrador, negli Stati Uniti è diventata un best seller da tre milioni di copie.
La trama non è difficile da raccontare: due giovani sposi, John e Jenny, per fare pratica da genitori adottano Marley, un cucciolo di Labrador per l’appunto.
Il fatto è che, un po’ come il suo collega a quattro zampe Beethoven, fin da piccolo, il cane dimostra di essere allergico all’addestramento ma abilissimo nel mettere in pratica tutto il campionario possibile di danni e casini che un animale può compiere nella vita domestica e sociale. Mobili distrutti e posteriori addentati compresi. Quando cresce e raggiunge la sua non trascurabile stazza le cose ovviamente si amplificano.
Marley è un cane domestico per vocazione, un casinista incurabile che adora i suoi padroni, verso i quali manifesta l’incrollabile affetto che solo chi ha un animale in casa conosce. Ovviamente, nonostante le arrabbiature, John e Jenny lo ricambiano senza riserve.
Il bello è che, quando arrivano tre figli e la vita di coppia diventa più difficile e cala la temperatura del rapporto sono proprio i casini di Marley a tenere tutto insieme.
Il guaio è che anche Marley invecchia e si ammala: così, sappiatelo prima, si arriva a quel bivio atroce che ben conosce chi ha amato i suoi animali: operarlo per mantenerlo in uno stato vitale molto precario o fargli fare l’iniezione fatale.
Come vanno a finire il libro e il film potete immaginarlo.
I protagonisti di Io & Marley sono Owen Wilson, Jennifer Aniston e una meraviglia di Labrador che è un attore strepitoso, se si pensa che non sono stati utilizzati effetti speciali e si è contato solo sul suo strepitoso addestramento.
La cosa più complicata per gli attori in film di questo genere è fare la spalla al cane che con le sue prodezze scandisce il ritmo e riempie tutta la storia.
I due sono carini e bravi a muoversi tra lo slapstick e il sentimentale e nel preparare lo spettatore a mettere mano al fazzoletto.
Paolo Biamonte