Aggiornato il Gennaio 2, 2013 da Il Guru dei Film
Tom Cruise è il protagonista di questo action tratto dal romanzo di Lee Child con cui la star di Top Gun tenta di rilanciare la sua carriera lanciando una nuova franchise. Con la partecipazione di Richard Jenkins, Robert Duvall e Werner Herzog.
Jack Reacher è il titolo con cui con 50 milioni di budget, quattro mesi di riprese e una lunghissima gestazione, Tom Cruise tenta il definitivo rilancio della sua carriera con l’obiettivo dichiarato di imporre una nuova franchise action fondata sul personaggio creato da Lee Child (nome d’arte dello scrittore inglese trapiantato in America James R. Grant).
Nei romanzi Jack Reacher è un classico maverick, un ex ufficiale della polizia militare statunitense che, dopo aver lasciato l’esercito, si dedica a una vita anti sistema in cui, come una sorta di cavaliere solitario, aiuta i più deboli e i suoi amici in difficoltà per poi riprendere la sua vita di vagabondaggi senza meta. Un duro, pieno di ironia e sarcasmo che sa usare le più sofisticate risorse della tecnologia ma non disdegna le più classiche scazzottate.
Tratto da un romanzo del 2005, La Prova Decisiva è un film orchestrato da Tom Cruise, nonostante la regia e la sceneggiatura portino la firma di Christopher McQuarrie, l’autore del geniale script dei Soliti Sospetti che ha incontrato Cruise ai tempi di Operazione Valchiria.
Nel film l’eroe solitario diventa una sorta di summa dei personaggi classici dell’action anni ’80, dell’Ethan Hunt di Mission Impossible e qualche inevitabile innesto di Bourne.
Quando si tratta di mettere in scena sequenze iper cinetiche, di realizzare stunt mozzafiato e robe del genere il paladino di Scientology specializzato di divorzi milionari (per contratto le ex mogli non parlano mai delle loro vicende matrimoniali) funziona. La faccenda si complica a causa della personalità di Reacher perché il senso dell’umorismo sta a Cruise come la discrezione alla Santanché e immaginarlo come un uomo stropicciato dalla vita che si rifugia nel sarcasmo è credibile quanto la storia delle cene eleganti di Arcore o quella di Ruby Rubacuori nipote di Mubarak.
A mettere le cose a posto ci pensano tre grandi personaggi chiamati in ruolo di contorno: Richard Jenkins, un procuratore distrettuale a dir poco ambiguo, Robert Duvall, il solito gigante nel ruolo di un cecchino stagionato e Werner Herzog, il cattivo del film, splendido nel ritrarre con formidabile auto ironia un personaggio che è uno sberleffo alla sua immagine pubblica di apostolo dell’avventura estrema.
Paolo Biamonte
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