Aggiornato il Gennaio 10, 2013 da Il Guru dei Film
Tom Cruise cerca l’assassino di una terribile strage.
Un cecchino posizionato da un garage semina il terrore lungo il fiume della città: cadono cinque persone, colpite in modo all’apparenza indiscriminato. L’assassino fugge indisturbato ma la polizia ha in mano degli elementi che portano verso l’indiziato James Barr, un reduce di guerra. L’uomo in stato confusionale invoca il nome di Jack Reacher, un misterioso ex soldato speciale che si materializza per la sorpresa degli inquirenti. Jack intuisce che il vero assassino è ancora libero e, con l’aiuto di un’avvocatessa, inizia una pericolosa indagine per scovarlo.
Rinfrancato dal successo dell’ultimo capitolo della serie Mission Impossible (Protocollo Fantasma), Tom Cruise produce e interpreta “Jack Reacher: La Prova Decisiva” con l’intenzione di aprire un nuovo franchise, l’occasione per incarnare un eroe vecchio stampo, un duro con un forte senso di giustizia, senza radici e legami, pronto a intervenire in soccorso dei più deboli. La pellicola guarda al cinema del passato, gli anni ’70 in particolare, anche per il volere del regista Christopher McQuarrie, al secondo film dopo l’esordio lontano ben 12 anni: il nostalgico (e strepitoso) “Le Vie della Violenza” (2000). A rafforzare il mood seventies ci pensa la vistosa macchina, una Chevrolet Chevelle SS del 1970, usata dall’eroe Jack Reacher. Dal talento precoce, McQuarrie, classe 1968, è forse più conosciuto come sceneggiatore dopo la vittoria agli Oscar per lo script de “I Soliti Sospetti” (1995), di recente mette la firma anche sulla sceneggiatura dell’imminente “The Wolverine”.
Il personaggio Jack Reacher nasce sulle pagine dei romanzi di Lee Child, specialista scrittore inglese di thriller, per una serie che conta ormai 18 libri (!) iniziata nel 1997 con “Zona Pericolosa”, la pellicola è quindi un adattamento, nella scia di Jason Bourne, sceneggiato sempre da McQuarrie. La cornice della città di Pittsburgh assume nel prologo connotati inquietanti, la strage predisposta da un giovane killer è glaciale e scandita dalla soggettiva del mirino di un fucile di precisione che indugia su diversi obiettivi (umani), ignari e intenti lungo una zona pedonale vicino al fiume, i cinque colpi successivi lasciano pietrificati altrettante vittime e lo spettatore. Dopo un inizio del genere si è ben disposti, giunge con una certa baldanza il protagonista e insieme qualche verbosità e caduta di tensione di troppo, nel tentativo di accrescere il quadro di incertezza. Da subito, inoltre, emerge la croce e delizia di “Jack Reacher”, ossia Tom Cruise, che non fa nulla per nascondere la voglia di apparire in forma e ancora sulla cresta dell’onda, nonostante la soglia (superata) dei 50 anni.
Il buon Tom Cruise, ammettiamolo pure, se la cava bene nella parte dell’ex ufficiale della polizia militare e dimostra molti anni di meno, la scena gratuita in cui si toglie la maglietta per mostrare i muscoli però sortisce la risata, serve anche per mettere in imbarazzo la sua partner di indagine, la bella avvocatessa di Rosamund Pike, che in risposta si presenta (quasi) sempre con un seno a stento tenuto in vestiti troppo stretti. Tra i due nasce quella complicità e tensione sessuale che non scade mai nel volgare, anzi, si infittisce in una ricerca ragionata e densa di dialoghi e intuizioni che portano a una losca organizzazione che ha ramificazioni anche nei luoghi più insospettabili. Jack Reacher appare infallibile in ogni sua mossa, cosa questa che può apparire come un limite, inoltre pare che ogni essere umano di sesso femminile provi un’immediata attrazione per lui, anche la bella e giovane Sandy (Alexia Fast) subisce il fascino dell’eroe per una sotto-trama molto intensa e drammatica, tra i migliori momenti del film.
Il versante action si dimostra soddisfacente, senza ricorrere a effetti speciali e, quando questo capita, è sempre bene ricordalo, con elaborati inseguimenti stradali tra sgommate, rallentamenti e accelerazioni improvvise (accadeva anche ne “Le Vie Della Violenza”) nella notte della città. Il finale può apparire ordinario, orchestrato in una cava di notte, ma non si risparmia in sparatorie, scontri corpo a corpo sotto la pioggia (come in “Nowhere to Hide” e “Matrix Revolutions”) e sanguinose rese dei conti. Il cast mette in mostra dei villains temibili e piuttosto originali, stupisce in questo senso la presenza quasi esoterica del regista Werner Herzog in un ruolo malsano, perfetto il suo giovane braccio armato interpretato dall’emergente Jai Courtney. Da ricordare anche il bravo David Oyelowo nella parte dell’agente speciale Emerson e, soprattutto, Rober Duvall, il gestore di un poligono, che sembra riproporre il sapore crepuscolare del cinema action dei tanto amati anni 70 di McQuarrie. Un action che si permette anche un paio di momenti leggeri, quasi comici (la lotta nella vasca da bagno), che non stonano affatto. Di Tom Cruise ora si attende il grande ritorno alla fantascienza con “Oblivion” di Kosinki, di prossima uscita.
Titolo Originale: Jack Reacher
Paese: USA
Rating: 7/10