Il film sulla lotta di indipendenza in Algeria vincitore del Leone d’Oro al Festival di Venezia. Algeri, 1957. Il reparto di paracadutisti francesi, guidati dal colonnello Mathieu, è inviato ad Algeri per sedare i tentativi violenti anti-coloniali e per preservare gli interessi della Francia.
Il giovane Ali è braccato dai militari dentro un’abitazione, il ribelle ritorna per un momento indietro negli anni quando, ladruncolo di strada, prende coscienza della lotta armata contro gli invasori francesi…
Nel contesto creativo e di pieno fermento politico degli anni 60, nell’ottica del cinema, la migliore stagione del nostro paese a riflettere la repentina crescita culturale-economica, il regista Gillo Pontecorvo si inserisce con un titolo che ha fatto epoca: “La Battaglia di Algeri”, un film lucido e crudo di stringente e drammatica attualità, nonostante i quasi 50 anni trascorsi. Pontecorvo nasce come documentarista e sotto l’influenza del neorealismo italiano degli anni 40, “Paisà” di Rossellini lo convince a mettersi dietro una cinepresa, in seguito si avvicina alla regia di lungometraggi, pochi e significativi, molto ragionati e impegnati tra i quali si ricordano “Kapò” (1959) sulla tragedia del nazismo, le origini di Pontecorvo sono ebraiche, e il politico “Queimada” con Marlon Brando del 1969.
Il capolavoro di Pontecorvo resta “La Battaglia di Algeri”, un piacere per i cinefili di tutto il mondo, impossibile rimanere indifferenti di fronte allo stile realistico, secco e diretto di un’opera precisa nella ricostruzione (a parte qualche “errore” nei mezzi militari e pettinature) ambientale e nel ritratto dei numerosi protagonisti, delineati da una sceneggiatura ricchissima e dettagliata che è valsa una nomination agli Oscar. L’immediata discesa nel dramma del conflitto algerino degli anni 50, sotto l’occupazione francese, è una disamina sugli effetti deleteri del colonialismo occidentale che abbraccia temi più grandi, come la crudeltà del potere e la violenza indiscriminata utilizzata dagli oppressi, in quella che appare come l’avvisaglia sinistra della strategia della tensione e del terrorismo che di li a poco si allarga a macchia d’olio, stati occidentali compresi.
Il film sembra prendere le distanze dalle fazioni in campo, anche se una partecipazione nei confronti del popolo algerino oppresso appare evidente, non si fanno comunque sconti nel mostrare i limiti e gli orrori dei contendenti, se i francesi non esitano a ricorrere alla tortura e costrizioni fisiche, il Fronte di Liberazione Nazionale Algerino risponde con omicidi e attentati sempre più sanguinosi, una spirale di violenza che sfocia in una vera lotta armata nelle vie della città. Pontecorvo riesce a girare nella vera Algeri, in seguito ad accordi tra Italia-Algeria, dentro i vicoli e le scalinate della casbah, un’ambientazione affascinante che si trasforma nel luogo-labirinto in cui i ribelli , aiutati anche da donne e bambini, si annidano per sferrare trappole ai danni dei militari francesi.
I paracadutisti francesi hanno la guida nel colonnello Mathieu, interpretato da un indimenticabile Jean Martin, uno dei pochi attori professionisti, glaciale e carismatico condottiero che rende alla perfezione la logica spiacevole e inevitabile del militare in azione, il resto del cast viene dalle strade di Algeri, a rafforzare la veridicità dell’operazione, al punto che il personaggio del leader terrorista Kader è impersonato da Yacef Saadi, un autentico rivoluzionario degli anni 50. Gillo Pontecorvo è un maestro della ripresa, il montaggio all’avanguardia, la tensione sempre palpabile nel corso delle due ore di durata. Alla colonna sonora Ennio Morricone compone un incedere marziale, la fotografia di Marcello Gatti risalta lo splendido bianco e nero della pellicola. Diverse le sequenze da menzionare, quelle degli attentati nel quartiere francese sono ancora oggi impressionanti. Un film eccezionale che, se interpretato male, può apparire come “pericoloso” (la questione “rivoluzionaria”). “La Battaglia di Algeri” è stato bandito dalla Francia per diversi anni, distribuito in seguito con delle sequenze modificate.
Paese: Italia
Rating: 9/10