La Bella e La Bestia (1946)

La Bella e La Bestia (1946)Il film di Cocteau sulla celebre omonima fiaba.

Dopo avere smarrito la strada un uomo d’affari trova rifugio presso un castello, all’apparenza disabitato, in un vicino roseto strappa un fiore da donare alla figlia Bella ma il gesto non viene gradito dal padrone del luogo, un essere mostruoso che lancia una minaccia: per avere approfittato dell’ospitalità e rubato una rosa l’uomo, entro una settimana, deve pagare con la vita oppure offrire in cambio la mano di una delle sue figlie.

Rientrato in famiglia l’uomo racconta la triste avventura alle figlie, Bella, la più umile e gentile delle sorelle, si sente colpevole e parte di sua iniziativa alla volta del misterioso castello.

Si può dire che “La Bella e La Bestia” diretto da Jean Cocteau, insieme a René Clément, è prima di ogni cosa il monster-movie per eccellenza, al momento il migliore adattamento tratto dalla versione di Beaumont, quella più popolare della fiaba datata 1756. Il film scava nella miseria umana, nel suo lato animalesco, per fare emergere i sentimenti dei personaggi che spesso sono dettati dall’egoismo e la crudeltà, destinati alla sconfitta di fronte alla purezza d’animo delle persone all’apparenza più fragili, una rappresentazione fisica della bestialità che, nella figura del mostro, viene ribaltata e riscattata dalla forza interiore per una storia che oggi può apparire retorica ma ancora piena di significati e riflessioni. In ogni persona si nasconde un mostro, forse anche per questo il dolore della creatura pelosa segregata nel castello riesce ancora a commuovere. Il film è un incantesimo, un richiamo al mondo ingenuo dell’infanzia le cui porte sono aperte alla fantasia e la magia, la stessa che pervade il castello stregato proprietà di una creatura dalle vesti nobili ma dall’aspetto terrificante.

La Bella e La Bestia (1946)

Jean Cocteau immerge la pellicola in reminiscenze horror-fantasy che guardano all’espressionismo tedesco e agli horror anni 30 della Universal, l’ambientazione della Francia del 16° secolo accentua questo aspetto, a colpire sono tutte le scenografie e in particolare quelle del castello, misterioso e lugubre, avvolto nelle nebbie e protetto da una fitta vegetazione, i suoi interni sono disseminati da inquietanti statue animate che scrutano gli ospiti, mentre un corridoio è illuminato da candelabri sorretti da braccia umane incastonate alle pareti. La protagonista è Bella, l’attrice Josette Day, la ragazza sfruttata dalle sorelle viziate e desiderose di una vita agiata, restia alle avances di un bellimbusto arrivista che frequenta lo smidollato fratello, l’unica che si sobbarca le disgrazie finanziarie del padre sino al gesto del sacrificio attuato per salvarlo: la decisione di offrirsi al mostro.
I caratteri dei personaggi sono ben delineati, gli spaccati di vita nella campagna francese descrivono la condizione di infelicità di Bella, stretta in una soffocante spirale di ingiustizie e prevaricazioni.

I momenti più belli restano gli incontri di Bella con il mostro all’interno del castello, un rapporto di repulsione e attrazione che si sublima nella reciproca conoscenza e nello struggente dolore della creatura che si macera in una solitudine senza fine, il pericolo  in seguito arriverà dall’esterno, da quelle persone che si consideravano vicine e invece pronte all’inganno per perseguire fini di potere e avidità. Il make up della creatura ha impegnato a estenuanti sedute Jean Marais, si può dire che ricorda quello di un uomo lupo, splendide tutte le sequenze in cui compare, sempre cariche di drammatico pathos e con una tensione palpabile, il personaggio è talmente riuscito che quando l’incantesimo del mostro scompare si sente una sensazione di perdita, questo dimostra la grandezza del film: dateci ancora il mostro!. L’attore interpreta il doppio ruolo del mostro e di Splendore, il pretendente che vuole il cuore di Bella, per una sotto-trama non presente nel racconto originale che si prolunga sino al movimentato finale nel castello.

Non indifferente l’utilizzo di effetti speciali, ancora molto validi a dispetto dell’epoca, i personaggi possono compiere sbalzi spazio-temporali tramite degli oggetti magici, un guanto della creatura, e vedere accadimenti lontani per mezzo di uno specchio incantato. “La Bella e La Bestia” è anche una bellissima storia d’amore, impossibile e disperata, piena di immagini emozionanti e sognanti come la migliore delle fiabe. Un film incantevole. Christopher Gans (“Il Patto dei Lupi”) ha annunciato che il suo prossimo lavoro sarà un nuovo adattamento de “La Bella e La Bestia”, ispirato al leggendario film di Cocteau.

Titolo Originale: “La Belle et La Bete”
Paese: Francia/Lussemburgo
Rating: 9/10