La corta notte delle bambole di vetro (1971) di A. Lado

Aggiornato il Ottobre 4, 2007 da Il Guru dei Film

cortanotteTit. originale: La corta notte delle bambole di vetro
Paese: Italia

Il primo film diretto da [[Aldo Lado]] è un horror misterioso e affascinante ambientato a Praga.

Il cadavere del giornalista Gregory Moore ([[Jean Sorel]]) è rinvenuto in una piazza di Praga: in realtà l’uomo è in stato di morte apparente ma viene trasferito all’obitorio. Imprigionato all’interno del suo corpo, Gregory tenta di ricostruire gli avvenimenti che lo hanno portato alla tragica situazione, iniziata con la scomparsa della giovane fidanzata dopo una festa.

Rimane solo il tempo di vedere i titoli di testa scorrere che si piomba subito in un’atmosfera angosciosa e cupa: il protagonista è …un morto! Nessuno però comprende che egli è ancora vivo, in stato di catalessi, e rinchiuso in un freddo obitorio.

Lo spettatore viene introdotto in un clima di minaccia incombente, un sottile gioco al massacro che stritola lentamente i protagonisti, impotenti di fronte a una terribile cospirazione che è in atto.

Praga (in realtà la produzione ultilizza Zagabria sotto mentite spoglie), ancora sotto l’influsso del comunismo delll’epoca, è una città sinistra che nasconde segreti che gli stessi abitanti rifiutano di pronunciare, tutto deve rimanere preservato e non importa se il prezzo da pagare è la scomparsa di qualche giovane donna.

Aldo Lado, in seguito regista di altri notevoli thriller/horror ("[[Chi l’ha vista morire?]]", "[[L’ultimo treno della notte]]"), sfrutta abilmente l’insolita ambientazione per lo più notturna e desolata, e costruisce una tensione progressiva che culmina, nel finale, con l’entrata al misterioso Club 99, e forse i più smaliziati potranno avere già intuito, un nome che resta impresso e dà vita ad uno dei momenti topici del cinema di genere italiano del periodo, tanto da generare un mini-filone che può comprendere i successivi "[[Tutti i colori del buio]]" e "[[[Il profumo della signora in nero]]", ecc.

Ma il film di Lado si presta anche a interessanti speculazioni sull’apologia dell’uso del potere e il controllo delle persone, e sull’impossibilita di queste ultime di condurre una vita libera.

Gregory Moore è interpretato con efficacia da un baffuto Jean Sorel, volto familiare per gli amanti del giallo all’italiana avendo lavorato in "[[Una sull’altra]]" e "[[Una lucertola con la pelle di donna]]" di [[Fulci]], e in "[[Paranoia]]" di [[Lenzi]], mentre il grande caratterista [[Mario Adorf]] è il suo collega giornalista. La bella di turno invece è la deliziosa [[Barbara Bach]], che incarna la fidanzata del protagonista.

La colonna sonora, tassello fondamentale del film, è eseguita da [[Ennio Morricone]], ma ormai per il maestro non si sa più quale aggettivo usare per incensarlo. Un film che, anche solo per il memorabile titolo, merita di essere visto.

Rating: 8/10