Aggiornato il Ottobre 27, 2006 da Il Guru dei Film
Tratto da una striscia a fumetti che affronta temi come la Teoria della Relativita', il controllo delle nascite e il degrado urbano, il film e' un cartoon digitale divertente e pieno di messaggi che dovrebbero essere raccolti anche dagli adulti.
La gang del bosco e' un cartoon tratto da una strip americana a fumetti che e' tra le poche a occuparsi di temi come la Teoria della relativita', il controllo delle nascite, il surriscaldamento del Pianeta, il degrado urbano, il cibo tossico, il desolante successo dei SUV. Ovviamente sono anche i temi del film, che in versione originale puo' contare sulle voci, tra gli altri, di Nick Nolte e Bruce Willis. La storia comincia con gli animali della foresta che, in primavera, emergono dal letargo (anche quelli che in letargo non vanno, ma non e' grave). Vincent l'orso scopre che la sua provvista di cibo rubato e' stata sgraffignata da RJ il procione, principe dei ladri al quale da' un ultimatum senza appello: entro una certa data il cibo deve essere restituito. Senza dire quale sia la ragione del suo stato di necessita', RJ mobilita l'intera popolazione del bosco in suo aiuto. Cosi' scoprono che durante l'inverno meta' del loro habitat e' stato sostituito da un quartiere e che a dividerli dalla metropoli ora c'e' una siepe gigantesca.
Questo spunto da' la possibilita' di mettere in moto una storia nello stile ormai tipico dei migliori cartoon digitali, tipo Alla ricerca di Nemo o Shrek, anche se questi due sono di un livello superiore. Nella gang del bosco troviamo di nuovo le diverse specie animali che vivono pacificamente e collaborano tra loro invece che mangiarsi l'un l'altro e c'e' perfino la possibilita' di sesso tra, diciamo cosi', generi diversi, quando, per esempio, un gatto domestico si innamora di Stella la moffetta. Anche se perfino nel bosco troviamo tracce di un certo classismo, visto che mammiferi e rettili sono cittadini di prima categoria e quando una libellula viene fritta da una grata per insetti nessuno versa una lacrima.
Gli animali mangiano radici, foglie e roba del genere ma tutto cambia quando lo scoiattolo scopre i nacho (quella roba messicana che e' la versione junkie delle patatine fritte): per la gang del bosco e' come aver trovato la manna. RJ, che ha usurpato da Verne la tartaruga la leadership del gruppo che si muove in suo aiuto, e' ben felice di condurre i suoi compagni verso la terra promessa dei nachos e del junk food (il cibo industrial velenoso) nei secchi della spazzatura e nelle cucine degli umani. Tutti amano vivere in case con una bella vista sulla foresta e gli esseri umani della gang del bosco non fanno eccezione. Anzi: sono infastiditi e si sentono minacciati dalle incursioni degli animali. La presidentessa dell'associazione dei proprietari di case considera un affronto personale che RJ e i suoi amici mettano il muso nella sua spazzatura e cosi' convoca lo Sterminatore affidandogli il compito di 'sterminare gli animali nel modo piu' inumano possibile'.
Ovviamente la sfida tra gli animali del bosco e il loro tecnologico e spietato nemico genera scene d'azione divertenti e il pathos adatto a un pubblico di bambini. Non si raggiunge il livello di Wallace & Gromit: la maledizione del coniglio mannaro, che non a caso ha vinto un Oscar, ma La gang del bosco e' un film pieno di humour, di intelligenza, di personaggi carini e di messaggi pieni di senso che dicono ai piu' piccoli cose importanti delle quali, purtroppo, pochi tra gli adulti che li accompagnano al cinema, tengono conto. Non e' facile la vita di un procione-predatore se da una parte della siepe c'e un orso incavolato a morte e dall'altra, quando va bene, una partita di hockey da strada.
Paolo Biamonte
Questo spunto da' la possibilita' di mettere in moto una storia nello stile ormai tipico dei migliori cartoon digitali, tipo Alla ricerca di Nemo o Shrek, anche se questi due sono di un livello superiore. Nella gang del bosco troviamo di nuovo le diverse specie animali che vivono pacificamente e collaborano tra loro invece che mangiarsi l'un l'altro e c'e' perfino la possibilita' di sesso tra, diciamo cosi', generi diversi, quando, per esempio, un gatto domestico si innamora di Stella la moffetta. Anche se perfino nel bosco troviamo tracce di un certo classismo, visto che mammiferi e rettili sono cittadini di prima categoria e quando una libellula viene fritta da una grata per insetti nessuno versa una lacrima.
Gli animali mangiano radici, foglie e roba del genere ma tutto cambia quando lo scoiattolo scopre i nacho (quella roba messicana che e' la versione junkie delle patatine fritte): per la gang del bosco e' come aver trovato la manna. RJ, che ha usurpato da Verne la tartaruga la leadership del gruppo che si muove in suo aiuto, e' ben felice di condurre i suoi compagni verso la terra promessa dei nachos e del junk food (il cibo industrial velenoso) nei secchi della spazzatura e nelle cucine degli umani. Tutti amano vivere in case con una bella vista sulla foresta e gli esseri umani della gang del bosco non fanno eccezione. Anzi: sono infastiditi e si sentono minacciati dalle incursioni degli animali. La presidentessa dell'associazione dei proprietari di case considera un affronto personale che RJ e i suoi amici mettano il muso nella sua spazzatura e cosi' convoca lo Sterminatore affidandogli il compito di 'sterminare gli animali nel modo piu' inumano possibile'.
Ovviamente la sfida tra gli animali del bosco e il loro tecnologico e spietato nemico genera scene d'azione divertenti e il pathos adatto a un pubblico di bambini. Non si raggiunge il livello di Wallace & Gromit: la maledizione del coniglio mannaro, che non a caso ha vinto un Oscar, ma La gang del bosco e' un film pieno di humour, di intelligenza, di personaggi carini e di messaggi pieni di senso che dicono ai piu' piccoli cose importanti delle quali, purtroppo, pochi tra gli adulti che li accompagnano al cinema, tengono conto. Non e' facile la vita di un procione-predatore se da una parte della siepe c'e un orso incavolato a morte e dall'altra, quando va bene, una partita di hockey da strada.
Paolo Biamonte