Aggiornato il Aprile 1, 2015 da Il Guru dei Film
Lo Sciacallo – Nightcrawler è un ritratto noir di ordinaria follia sul potere dei media di informazione. Lou è un ladruncolo con tendenze psicopatiche, fattori che non gli impediscono di intraprendere il lavoro insolito di freelance televisivo …
La scelta matura nel corso del salvataggio di una donna coinvolta in un incidente, Lou è attirato da una troupe tv accorsa sul posto per riprendere in diretta il fatto, il ragazzo intuisce che documentare i tragici avvenimenti di cronaca sarà la sua strada. Lou si attrezza di telecamera e di uno scanner radio in attesa di una chiamata che segnali un incidente, o meglio, un fatto di sangue in corso…..
Niente di nuovo da segnalare con Lo Sciacallo, se non un aggiornamento ben confezionato e centrato nel constatare che la razza umana viaggia di pari passo con il degrado (morale) e la follia. Questa è forse la vera notizia: chi davvero può dirsi sorpreso dopo la visione di Lo Sciacallo? nessuno, diciamolo pure. Il cinema in passato ha già sviscerato l’argomento sull’attrazione dei media per il morboso e il male (in generale), da “Occhio Indiscreto” a “The Night Flier” per dirne due che si nominano poco, l’aggravante è che ai nostri giorni tutto appare più ostentato e accettato, una rincorsa a news, reportage, testimonianze, ecc. sempre più realistici e dettagliati che hanno generato una domanda crescente e conseguente di violenza e sangue. Ora è impossibile tornare indietro, ne vogliamo sempre di più. Lo sa bene anche il direttore del canale di una tv locale che il protagonista avvicina, interpretato da una rediviva Rene Russo, che bello rivederla dopo tanto tempo in un film importante.
Lo Sciacallo è la prima regia di Dan Gilroy, meglio tardi che mai visto che si avvicina ai 60, uno che bazzica da sempre l’ambiente di Hollywood, sceneggiatore (The Bourne Legacy) e marito della Russo guarda caso, responsabile del soggetto e dello script della pellicola, insomma tutta farina del suo sacco, salvo subire l’ombra del nome più importante in cartellone: Jake Gyllenhaal. Il giovane attore al culmine della carriera vampirizza Lo Sciacallo nell’interpretazione dello “spostato” Lou, Gyllenhaal anche produttore ha una libertà di campo totale al punto da sfociare nell’autocompiacimento, tutta l’opera verte e ruota intorno a lui, intere linee di dialogo sono dei suoi monologhi solo in apparenza folli, un personaggio compresso in una logica e disciplina che sposano alla perfezione gli ingranaggi dell’informazione tv attuale, divenuta un contenitore reality-show suo malgrado.
Siamo sempre a un passo dall’horror, o forse ci siamo dentro senza accorgercene, Lou nel prologo aggredisce un vigilante per derubarlo dell’elegante orologio, non sapremo mai la fine dell’uomo ma la si può intuire. Lou è uno psicopatico solitario e calcolatore, attratto dalla violenza e la morte, di cui è testimone e affascinato ammiratore, molte sequenze del film vertono nel suo avvicinarsi nei luoghi della tragedia con telecamera a mano. Nella seconda parte de Lo Sciacallo avviene uno scarto interessante, portato con astuzia dalla sceneggiatura verso dei pattern thrilling-action utili a evitare la ripetizione degli eventi, il protagonista capisce che la realtà può essere manipolata ma sempre per un cinico tornaconto che non dimentica lo share serale intriso di sangue. Gyllenhal giganteggia, anche i detrattori devono convenire, intorno si riconosce il sempre bravo Billy Paxton nella parte del rivale-collega con pochi scrupoli che si accalca nei luoghi degli incidenti.
Bene anche Riz Ahmed nel ruolo dell’aiutante di Lou, a completare un quadro di personaggi negativi, nessuno ne esce bene, neppure lui che all’inizio sembra solo un tipo che cerca un lavoro per sbarcare il lunario. E poi c’è lei, silente e notturna, la città di Los Angeles incombe sin dai titoli di testa segnati da un mesto assolo di chitarra elettrica che compone il main-theme dell’intera colonna sonora. Un panorama urbano solcato da Lou con una fiammante Mustang rossa che si colloca a metà strada tra il Collateral di Mann e il Drive di Refn, con la differenza che la Los Angeles di Gillroy ha un sapore più tenebroso, più noir. Il titolo italiano è banale ma rende bene lo spirito del film. Da vedere.
Tit. originale: The Nightcrawler
Paese: USA
Rating: 7/10