L’onda – Il nazismo è un workshop pericoloso

Aggiornato il Febbraio 27, 2009 da Il Guru dei Film

Film: L'Onda
Il film attualizza e trasporta nella Germania contemporanea, la storia vera di un esperimento, drammaticamente sfuggito di mano, condotto nel 1967 in un liceo californiano per spiegare la nascita del terzo Reich.

L’onda trasporta nella Germania di oggi una storia realmente accaduta. Nel 1967, Ron Jones, professore di storia in un liceo di Palo Alto in California, per spiegare la genesi del nazismo, indusse una classe di una trentina di studenti a sottoporsi a una disciplina militare basata sull’obbedienza a un leader (il professore), all’uso di un’uniforme, di un codice di riconoscimento (l’onda, appunto). L’esperimento, che doveva durare solo un giorno, finì per coinvolgere tutta la scuola e, soprattutto, per sfuggirgli di mano: gli studenti che non avevano aderito al movimento furono picchiati, mentre gli stessi membri si spiavano a vicenda. Nel quinto giorno il docente si vide costretto a sospendere la prova.

A questo episodio si è ispirato anche il romanzo Die Welle (L’Onda) di Morton Ruhe, diventato un classico della letteratura tedesca per ragazzi. Il regista tedesco Dennis Gansel ha ambientato nella Germania di oggi la vicenda affidando il ruolo del leader a un professore ex anarchico-rockettaro. Dal punto di vista strutturale, la trama rispetta la storia vera. Ovviamente il fatto che un esperimento sul nazismo sia ambientato in una scuola tedesca dà al tutto un connotato particolare.

 

Film: L'Onda

 

Gansel sceglie di utilizzare un linguaggio visivo molto contemporaneo, tra il video clip e il cinema giovanilista americano, iscrivendosi a quel filone che racconta le dinamiche della scuola. E’ evidente, nella scelta della colonna sonora, del montaggio il tentativo di rendere contemporanea una tematica attualissima. Basta ascoltare le cause elencate dagli allievi del professore per spiegare l’avvento del nazismo: globalizzazione, crisi economica, disoccupazione, iniquità sociale, nazionalismo e xenofobia. D’altra parte basta guardare alla militarizzazione del tifo calcistico e a come i giovani delle periferie più diseredate, che ingrossano le fila degli ultràs delle curve, trovino proprio nel nazismo un pericoloso collante umano che serve anche come comune riconoscimento di identità, per capire dove vada a parare il film di Gansel.
Paolo Biamonte