Long Weekend (1978)

Aggiornato il Giugno 17, 2014 da Il Guru dei Film

Una coppia isolata in balia della natura per un classico dell’horror australiano.
Australia, Peter e Marcia partono per una vacanza al mare in una baia isolata con l’intento di rasserenare i rapporti di coppia incrinati. In realtà la piega diviene peggiore visto l’ostilità del posto e gli strani accadimenti che si verificano, in difficoltà e immersi nella natura selvaggia, Peter e Marcia hanno i nervi a pezzi, tornarsene a casa diviene l’unica soluzione ma non sarà così semplice.

 

Gli spazi sterminati della natura, l’incredibile varietà animale e la selvaggia vegetazione hanno sempre rappresentato per l’Australia e i suoi abitanti il primo elemento da cui deriva ogni conseguenza, anche a vedere i classici del cinema giunti da quelle parti appare evidente la questione. Dai film misterici di Peter Weir (L’ultima Onda), ai post-apocalittici di Mad Max, sino ai recenti incubi della serie Wolf Creek, madre natura presenzia sempre con scenari splendidi e inquietanti che avvolgono tutto e atterriscono gli uomini che provano a solcarla. Il preambolo descrive grosso modo Long Weekend che distilla il concetto con sinistra maestria, la natura ci dona la vita ma la può togliere in qualsiasi istante, tanto più se il comportamento umano è stupido e miope. I due protagonisti sono incuranti dei loro gesti, irrispettosi verso gli animali che uccidono distrattamente (la scena dell’incidente con il canguro travolto è agghiacciante), maltrattano l’ambiente e inquinano, magari anche con piccoli azioni che possono apparire insignificanti, ma tutto ha una conseguenza e può portare a grossi dispiaceri.

La forza di Long Weekend è quella di suggerire e suggestionare, si prova timore a ogni suono di animale e fruscio non identificabile, le attese diventano cariche di una paura indefinibile e primordiale, può accadere qualcosa di brutto e può accadere subito, a favore del film bisogna notare che questo accade senza distinzione sia nelle scene girate di notte che in quelle baciate da un sole lucente. Lo scenario è selvaggio e lontano da qualsiasi centro urbano, Peter e Marcia divengono gli unici attori in scena, subito dopo una classica (per il genere) sosta all’ultima stazione di servizio, i due sono immobilizzati dentro una prigione composta di giungla, mare e sabbia. Il regista Colin Eggleston è aiutato da una sceneggiatura sorprendente che ribalta le regole dello stesso eco-vengeance (animali assassini), non vi è più una sola minaccia o animale cattivo in agguato, compare invece un intero eco-sistema che sembra in attesa di complottare contro i protagonisti, senza però risultare particolarmente aggressivo, al contrario sono gli uomini che perdono il controllo sino a generare situazioni sempre più pericolose e sconsiderate.

Long Weekend è pieno di segnali inquietanti che aumentano con l’addentrarsi dei due protagonisti in fuoristrada verso la meta, si ricorre anche a cliché tipicamente horror come il ritrovarsi sulla stessa strada appena percorsa che in uno scenario selvaggio del genere inquieta non poco, un’ombra intravista nelle acque del mare diviene un’esperienza ansiogena, mentre il calare della notte provoca solo angoscia e incertezza. Ottima la prova di John Hargreaves (Peter) e di Briony Behets (Marcia) che danno vita a una storia di coppia difficile e che, nel corso della vicenda, si arricchisce di retroscena destabilizzanti in un crescendo di forze negative che sembrano assorbite dalla natura circostante, maligna e pronta a difendersi dai veri elementi pericolosi e cattivi.

A parte i brevi dialoghi tra i due coniugi in crisi, Long Weekend vive immerso nel silenzio e nei suoni della natura, molte delle scene migliori sono quelle dei giri in solitaria di Peter, accompagnato dal cane Cricket, in perlustrazione nei dintorni della zona. Il finale può apparire scontato (oggi) ma non delude, crudele e spietato, per un horror che oltre a spaventare riesce pure a fare riflettere, il rapporto tra uomo e natura è conflittuale ma solo per il volere dell’uomo (forse). A distanza di 30 anni è stato prodotto il remake omonimo del 2008 con protagonista Jim Caviezel, non sugli stessi livelli dell’originale ma accettabile. Incredibilmente sottovalutato.

 

 

Titolo Originale: “Long Weekend”
Paese: Australia
Rating: 8/10