L’ultimo dei templari (2011)

L'ultimo dei templari (2011)Una strega del medioevo per il crociato Nicolas Cage.

XIV sec. I due crociati Behmen e Felson, dopo avere abbandonato il campo di battaglia nell'ennesima incursione ai danni degli "infedeli", rientrano in patria come disertori. Scoperti dalle autorità religiose viene concessa loro una prova di riscatto: scortare una ragazza verso un processo di stregoneria per cosi sedare gli influssi maligni della Peste Nera, la piaga che affligge la popolazione in ginocchio.

A molti è saltato all'occhio il clamoroso refuso (voluto?) del titolo italiano: di templari qui non vi è traccia. Semmai si parla di (ex)crociati e del medioevo più oscuro minato dalla peste e la superstizione. Il prologo non è male: alcune donne vengono imprigionate su un ponte e, dopo una veloce accusa di stregoneria, gettate con un cappio al collo a penzolare morte. Di seguito si fa la conoscenza con i due protagonisti, il Behmen di Nicolas Cage e il Felson di Ron Perlman, amici fidati, forgiati dagli scontri della guerra santa che viene descritta con brevi episodi sui vari fronti e in diverse epoche, risultano però tutti uguali a parte qualche cambio meteorologico, poi Nicolas Cage, dopo avere massacrato centinaia di nemici, si accorge con l'ultima vittima, una donna indifesa, che ne ha abbastanza e decide di tornare a casa con Felson.

L'ultimo dei templari (2011)

Cage vale sempre la pena, anche quando i film scadono come questo, i proverbiali parrucchini (in questo caso biondo, quasi ricciolo) ormai non fanno più notizia e non esiste film che il nostro non possa affrontare: più improbabile è il soggetto e più vi sono possibilità di vedere l'attore coinvolto in prove di stoica mono-espressività e follia, in poche parole è uno dei veri volti che da soli fanno un intero genere, quello dei b-movie di lusso senza cervello, che potrebbero avere il culmine nell'imminente, attesissimo, "Ghost Rider: Spirit of Vengeance". La sua spalla è Ron Perlman nel solito ruolo a lui congeniale di rude scudiero con la battuta pronta (anche se nel film è sempre la stessa su chi deve offrire da bere).

"L'Ultimo dei templari" nella prima parte assomiglia tanto a una rivisitazione de "Il Settimo Sigillo" (1957), di cui riprende di peso il ritorno dei due crociati e la desolazione portata dalla peste, ma è solo una sensazione passeggera visto che è pur sempre un film di Dominic Sena, quello di "Codice Swordfish" e "Fuori in 60 secondi" (sempre con Cage), e si rientra presto nei ranghi del fantasy-horror senza pretese accompagnato, bisogna riconoscere, da ottime scenografie per lo più naturali ricavate dai set situati in Austria e Ungheria. La prima parte della pellicola è accettabile e abbastanza intrigante ma le magagne di sceneggiatura, alla fine è grande l'insulsaggine dell'insieme, e l'arrivo di effetti speciali non proprio all'altezza fanno crollare la fragile impalcatura della storia che trova il modo di dilatarsi in sequenze inutili: 10 minuti per vedere come si attraversa un ponte pericolante sono davvero troppi.

L'ambiguità della presunta strega, con il volto angelico di Claire Foy, regge sino a quando cominciano a saltare fuori mostri pacchiani di vario tipo e raggiunge picchi risibili nel finale dentro un'abbazia di monaci morti (viventi), paragonabile per cialtroneria alla (s)conclusione vista in "Dylan Dog – Il Film", il che è tutto dire. Trattare il demonio con di mezzo una (bella) fanciulla senza mai fare alcuna allusioni sessuali risulta improbabile ma il film è un PG-13 e anche quando arriva una scena di nudo (?) l'attrice è sdraiata a terra attenta non mostrare nulla. In un piccolo ruolo, il Cardinale D'Ambroise, compare un irriconoscibile Christopher Lee. Bocciato.

Titolo Originale: "Season of The Witch"
Paese: U.S.A.
Rating: 5/10