Aggiornato il Settembre 23, 2010 da Il Guru dei Film
M. Night Shyamalan confeziona un prodotto tra il fantasy e l'action con una strizzata d'occhio ai cartoon, agli anime, ai film di arti marziali e al misticismo religioso. In un mondo spazzato dalla guerra tra le nazioni dell'aria, del fuoco, dell'acqua e della terra, solo un leggendario avatar è in grado di ristabiire l'equilibrio perduto.
Alla ricerca del successo e del centro creativo smarriti, M. Night Shyamalan (Il Sesto Senso, Unbreakable, Signs) si avventura tra il fantasy (già toccato con Lady in the Water) e l'action, con una strizzata d'occhio ai cartoon, agli anime, ai film di arti marziali e al misticismo religioso. L'Ultimo Dominatore dell'Aria è ambientato in un mondo dove i quattro elementi fondamentali rappresentano l'equilibriio dell'universo. A ciascun elemento corrisponde una fazione e quando quella del fuoco comincia la scalata al potere, l'equilibrio si rompe e il mondo sprofonda ina una guerra che dura da secoli.
L'unico elemento in grado di riportare questo equilibrio è per l'appunto l'ultimo dominatore dell'aria e unico superstite dei nomadi dell'aria, il leggendario Avatar Aang, che purtroppo è sparito. E così la Nazione del Fuoco porta avanti la sua guerra di conquista offrendo ai suoi nemici una sola scelta: assoggettarsi o essere cancellati. I dominatori dell'aria sono stati eliminati e ora il prossimo obiettivo è la Nazione dell' Acqua. Ma proprio una ragazza di questa nazione, la giovane Katara, rintraccia l'Avatar nei panni di un giovane dotato con ogni evidenza dei poteri della leggenda ma non ancora della convinzione necessaria a metterli al servizio del mondo intero. E così mentre Aang è alla ricerca di se stesso, sulle sue tracce si mette il principe della nazione del Fuoco, Zuko, che vuole consegnarlo al padre in catene e riacquistare i privilegi perduti.
Non è difficile capire dove vada a parare il film che è in 3D: si punta sulla conclamata abilità di Shyamalan nel confezionare atmosfere e suggestioni e su una spettacolarità al servizio di una storia basata su elementi che sono ormai più che familiari al pubblico di tutto il mondo.
Paolo Biamonte