Maniac (2012)

Aggiornato il Luglio 14, 2014 da Il Guru dei Film

Il remake dell’omonimo horror anni 80 prodotto da Alexandre Aja.

Il giovane Frank è segnato dai comportamenti scostumati della madre subiti in tenera età, ora vive solo in una grande metropoli posseduto da pulsioni violente che riversa su giovani donne scotennandole per ricavare lo scalpo da attaccare a dei manichini tenuti in casa.

 

Ennesimo remake che una volta tanto si rivela una bella sorpresa, forse tardivo dopo la piena di rifacimenti del decennio scorso ma in grado di emergere come uno dei migliori realizzati senza stravolgere troppo l’originale con scelte stilistiche e di cast azzeccate. Il film omonimo del 1980 diretto da Lustig è un piccolo classico dello slasher disturbante e grezzo, una mazzata di rara intensità dominata dall’incombenza fisica del protagonista Joe Spinnel e dai sanguinolenti effetti splatter di Tom Savini, il Maniac versione 2012 si mantiene nel solco pur procedendo con differenti soluzioni a partire dal Frank interpretato dall’esile e delicato Elijah Wood che, suo malgrado, verrà sempre ricordato per essere il Frodo della serie de Il Signore degli Anelli. L’attore 30enne è l’ottimo protagonista disturbato capace di infondere un’empatia per un persona fragile e, nonostante tutto, anche sensibile.

 

La pellicola mantiene la struttura malata del capostipite, in poche parole c’è un tizio che va in giro a squartare donne per allestire al meglio la sua collezione di manichini, l’operazione di rendere attuale la storia è convincente sin dall’incipit agghiacciante, alla fine uno dei migliori momenti del film, con l’inseguimento notturno e l’esecuzione della vittima che apre al titolo Maniac a tutto schermo. In questi primi minuti si notano la bellezza formale della fotografia, l’incedere avvolgente del suono elettronico della colonna sonora (firmata da Rob) ma soprattutto l’utilizzo della ripresa in soggettiva, tutta la vicenda è infatti filtrata con gli occhi di Frank, una scelta che porta Maniac ad accostamenti illustri del passato come L’Occhio che Uccide (1960) di Powell o il prologo di Halloween (1978) di Carpenter.

 

Curiosa ma felice la scelta di inquadrare il meno possibile il protagonista interpretato da Elijah Wood, il quale compare solo nei riflessi di specchi e altre superfici, di conseguenza anche la voce dell’attore è sempre fuori campo e l’effetto ottenuto non fa altro che interiorizzare nello spettatore gli impulsi che lo muovono. Dal punto di vista grafico Maniac mantiene quello che promette con squartamenti impressionanti e dolorosi, donne seviziate vive a cui viene scoperchiato il cranio, così tanto per gradire l’efficacia dei macabri special effects di Nicotero e Berger, il film però è più concentrato sul malessere del protagonista, al suo inferno privato che si materializza nel negozio di famiglia dove Frank lavora come restauratore di manichini, nel cui retro si nasconde un piccolo museo degli orrori composto di statue addobbate di resti umani. Frank e le donne, un connubio reso impossibile e portato alla violenza dopo un’infanzia dolorosa per colpa di una madre sconsiderata (la sexy America Olivo) che viene evocata in alcuni flash-back rivelatori.

 

Maniac è, a suo modo, una storia d’amore impossibile e tragica per via dell’incontro tra il protagonista e la bella Anna (Nora Arnezeder), un’artista che sembra apprezzare il suo lavoro e lo accetta come amico, un rapporto già segnato dal passato tremendo e l’instabilità di Frank per una sotto-trama che conduce a un finale del tutto simile a quello del film originale. Maniac è un’opera in gran parte francese che vede tra i produttori Alexandre Aja e Thomas Langmann, già dietro al precedente film del regista Franck Khalfoun, il poco esaltante -2 Livello del Terrore” (2007).

 

 

Tit. riginale: Maniac
Paese: Francia/USA
Rating:7/10